CATEGORIE

Immigrazione e irrilevanza politica? Per contare in Europa l'Italia deve difendersi dalle minacce esterne

di Francesco Carella sabato 15 maggio 2021

Ursula Von der Leyen

3' di lettura

Mentre continuano a ritmo sostenuto gli sbarchi senza controlli sulle coste siciliane, caricando all'inverosimile i centri di accoglienza, i Paesi membri dell'Unione europea rispondono con assoluta indifferenza alle richieste di ridistribuzione avanzata dal presidente Draghi. Intanto, le navi turche minacciano nel Mar Mediterraneo i pescherecci italiani con la sfrontatezza di chi sa che nulla potrà mai accadere al di là delle blande parole di protesta da parte delle nostre autorità di governo. Si tratta di due eventi che rimandano, senza equivoci, ad un'imbarazzante verità: la considerazione dell'Italia sul piano internazionale è assai vicina allo zero. 

Dritto e Rovescio, Giorgia Meloni sul coprifuoco: "Il diritto alla libertà", l'attacco a Roberto Speranza

Ospite d'onore a Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio, nella puntata in onda su Rete 4 giovedì 13 maggio, ec...

Si tratta sicuramente di uno dei lasciti del lungo letargo in cui il Paese ha vissuto negli anni della Guerra fredda. Una letargia durante la quale non era necessario attrezzarsi, e forse nemmeno opportuno, per realizzare un'efficace ed autonoma politica estera. La sicurezza italiana coincideva con l'intangibilità dei confini della parte Ovest dell'Europa ed era garantita militarmente dalle forze dell'Alleanza Atlantica. Ora che il panorama internazionale è in fase di radicale trasformazione - la Cina è sempre più impegnata in un progetto di "neocolonialismo economico", l'amministrazione americana è attenta più a ciò che accade sul versante del Pacifico che sul fronte della Vecchia Europa, il Medio Oriente si conferma instabile, la Turchia, nell'indifferenza dell'Unione, sta di fatto trasformando la Libia in un vero e proprio protettorato - l'Italia appare sempre più smarrita e inadatta ad affrontare le nuove sfide globali. 

Purtroppo, presso gran parte della nostra classe politica gode ancora di non poca credibilità l'idea secondo cui non si dà crisi fra Stati sovrani che non possa essere risolta facendo ricorso agli strumenti della diplomazia. Convinzioni sedimentate nel tempo a causa delle contingenze storiche legate, come si è detto, alla logica dei due Blocchi, ma anche in forza dell'egemonia politico-culturale esercitata dal Partito comunista che, considerando la guerra un prodotto del capitalismo, ha concorso con determinazione a delegittimare il diritto-dovere della democrazia italiana nel "potere usare le armi in casi estremi". 

Dritto e Rovescio, la Moual delira sugli immigrati: "Vogliono renderli criminali". Giuseppe Cruciani la demolisce: volano stracci

Si parla d'immigrazione a Dritto e Rovescio, programma condotto da Paolo Del Debbio e in onda su Rete 4. Tra gli osp...

La diffusione di un tale modo di pensare ha portato alla rimozione dal nostro orizzonte politico di uno dei princìpi fondamentali dello Stato di diritto, ovvero che «il cittadino in un sistema democratico è tenuto a rispettare le leggi a condizione che sia certo di ottenere dallo Stato adeguate contropartite, la principale delle quali è la disponibilità dello stesso ad usare la forza per proteggerlo dalle minacce esterne». In Italia ragionare in questi termini si rischia di passare, nel più benevolo dei casi, per pericolosi guerrafondai. La sensazione, soprattutto alla luce dei silenzi europei circa l'emergenza immigrazione, è che non ci possa essere futuro per il nostro Paese in assenza di una rivoluzione culturale da parte dell'intera classe dirigente che abbia come obiettivo un radicale cambio di registro sul terreno dei rapporti internazionali. 

In tal senso, occorrerebbe mandare a memoria, come se fosse un mantra, quanto scritto dai teorici del realismo, ovverosia che «la pace è il risultato di un costante equilibrio fra la sfera della politica e la sfera della forza nello spazio anarchico in cui si affrontano gli Stati». Ostinarsi a non volere considerare il mondo nella sua "realtà effettuale" equivale a consegnare l'Italia all'irrilevanza politica.

Ministro degli Esteri Immigrazione, Tajani: “L’Italia resta un modello in Europa”

Scatenato Casa Bianca, in giardino le foto dei migranti arrestati

Albania, via libera dall'Onu al piano britannico ispirato all'Italia: cosa cambia

tag

Immigrazione, Tajani: “L’Italia resta un modello in Europa”

Casa Bianca, in giardino le foto dei migranti arrestati

Albania, via libera dall'Onu al piano britannico ispirato all'Italia: cosa cambia

Papa Francesco, l'agenda sull'immigrazione? Appiattita su quella delle Ong

Daniele Capezzone

Marco Damilano, "Il cavallo e la torre"? Ecco l'unico merito del programma

La tivù politico-pedagogica può essere volta in spettacolo, rutilante ed unilaterale, ed è per esem...
Giovanni Sallusti

Gas. così la Germania travolgerà anche l'incolpevole Italia

Qui si scannano su quisquilie, i candidati esclusi a torto o a ragione inscenano psicodrammi manco li avessero torturati...
Alessandro Sallusti

Alessandro Di Battista, vuol fare il Che ma... è Sora Camilla

C'è un grillo sparlante che si aggira fuori dalla politica. Dell'originale, il Grillo fondatore, ha l'...
Pietro Senaldi

Albino Ruberti, Senaldi: "Qui si prova la nobiltà dei magistrati"

Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori. 

Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.