Di Pietro pretende 4 mila euro di affitto dal suo partito
L'ex magistrato sbraita contro i rimborsi elettorali ma poi li chiede come canone per le sedi di Bergamo e Milano
Antonio Di Pietro predica bene e razzola male. Fa la voce grossa in piazza sbraitando contro i privilegi della casta, ma poi, quando si tratta di soldi - i suoi - non guarda in faccia nessuno, tantomeno il suo partito. Quest'anno, rinunciando al finanziamento pubblico (si tratta di circa 14 milioni di euro), costringerà di fatto l'Idv a pagargli l'affitto di tre sedi attingendo i soldi direttamente dalle proprie casse. Gli spazi - Sì perché Tonino esige dall'Italia dei Valori il pagamento di un canone per ciascuno dei tre spazi a Roma, Bergamo e Milano, come riporta un articolo pubblicato su il Giornale. Ed è l'unico leader a pretenderlo. Dalla sede orobica prende 1200 euro al mese e da quella sotto la Madonnina circa 2600 con cui si paga anche il mutuo. La vicenda romana - E se fino a poco tempo fa il partito corrispondeva a Di Pietro anche il canone della sede romana di via Principe Eugenio, ora lo dovrà versare all'Inarcassa. L'ex magistrato infatti l'ha nel frattempo venduta per un milione e centomila euro al senatore Riccardo Conti (Pdl ex Udc) noto per aver liquidato un palazzo a Roma che gli ha fruttato in un giorno 18 milioni di euro e sulla cui vendita indaga la Procura di Roma. E' stata infatti la Estate due srl di Conti a comprare nel 2007 l'ex sede della capitale grazie ad umn incontro con Silvana Mura (tesoriere Idv) e sua conterranea. Quando si dice la coerenza...