Calciopoli, Luciano Moggi condannato a 2 anni e 4 mesi
Appello a Napoli, l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il pm aveva chiesto 3 anni e un mese
Dopo oltre otto ore di camera di consiglio, Luciano Moggi è stato condannato a 2 anni e 4 mesi per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva: è il verdetto di secondo grado a Napoli del processo Calciopoli: l'ex direttore generale della Juventus in primo grado aveva avuto 5 anni e 4 mesi di reclusione. La richiesta del procuratore generale era di 3 anni e 1 mese. Per lo stesso reato l'ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini e l'ex designtore arbitrale Pierluigi Pairetto sono stati condannati a 2 anni con pena sospesa. Dieci mesi con pena sospesa per gli ex arbitri Bettini e Dattilo, un anno con pena sospesa a De Santis. La Corte ha inoltre stabilito il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per Salvatore Racalbuto, Lillo Foti, Andrea e Diego Della Valle, Claudio Lotito, Leonardo Meani, Claudio Puglisi, Stefano Titomanlio e Sandro Mencucci. Annullata la sentenza di primo grado per Paolo Bergamo, la Corte ha disposto che gli atti ritornino al pubblico ministero. La storia dell'inchiesta - Lo scandalo inizia il 18 settembre del 2004, quando da una indagine su clan e calcioscommesse del 2000, si inizia a indagare su Moggi per il reato di associazione a delinquere. Quasi due anni dopo, l'11 maggio del 2006, si arriva a 41 avvisi di garanzia dopo l'inchiesta penale di Napoli che prende il nome di Off side. Dopo due mesi le prime decisione del giudice sportivo: Juventus in Serie B e scudetto revocato nella stagione 2006/2007. Nel 2007 si apre un nuovo filone, definito poi Calciopoli bis, e il 13 aprile vengono alla luce alcune schede telefoniche straniere che alcuni arbitri avrebbero ricevuto da Moggi, in modo che l'ex dg della Juventus potesse conversare con loro. Il 3 ottobre del 2008 Moggi viene rinviato a giudizio e il 20 gennaio del 2009 inizia il dibattimento davanti alla nona sezione penale del Tribunale di Napoli. La sentenza di primo grado sarà pronunciata l'8 novembre del 2011. Per la condanna di primo grado, così come si legge nelle oltre 550 pagine di motivazioni, furono determinanti proprio le schede telefoniche estere fornite ad arbitri e designatori, e le intercettazioni e gli incontri con gli stessi designatori. L'elemento "più pregnante e decisivo", è rappresentato "dall'uso delle sim straniere procurate da Moggi". Oltre a questa circostanza si sottolineano gli incontri dello stesso Moggi "con i designatori fuori delle sedi istituzionali, che emergono dalle intercettazioni telefoniche in prossimità delle partite, l'uso delle schede straniere fornite a arbitri e designatori, il continuo e prolungato chiacchierare... che effettivamente può configurare la trasmissione del messaggio potenzialmente idoneo a spingere i designatori, e talora anche gli arbitri, a muoversi in determinate direzioni piuttosto che in altre". Sul reato di associazione per delinquere la Procura ha indicato "quelli che si ritengono gli elementi di prova della responsabilità di Moggi, utili a conferirgli la qualifica di capo dell'associazione". E mette in risalto "il rapporto diffusamente amichevole degli arbitri con Moggi, che non perde valore indiziante solo perchè dagli atti emerge il rapporto di altri arbitri non imputati e addirittura di taluno degli arbitri imputati, come De Santis".