Meeting di Rimini: Gdf sequestra un milione di beni alla Fondazione
L'accusa contro l'ente che organizza il meeting di Comunione e Liberazione è quella di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche
Beni per oltre un milione di euro tra immobili e saldi attivi risultanti dai rapporti bancari intestati alla Fondazione Meeting per l'amicizia fra i popoli nonchè ad alcuni amministratori, dirigenti e funzionari amministrativi della stessa Fondazione. Meeting Rimini è la fondazione che, annualmente, organizza il ritrovo di Comunione e Liberazione che si svolge alla fine di agosto. Il sequestro è stato eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Rimini, che ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale della città romagnola. Truffa aggravata - Il provvedimento è stato emesso nell'ambito di una articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Rimini avente per oggetto una truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche. Le indagini hanno preso spunto da un'attività di verifica fiscale effettuata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Rimini nei confronti della Fondazione Meeting per l'amicizia fra i Popoli. Gli indagati - Un amministratore, il direttore generale ed il responsabile amministrativo della Fondazione Meeting per l'amicizia fra i popoli sono stati denunciati nell'ambito della medesima indagine per truffa aggravata. Nel corso dell'ispezione fiscale, spiega una nota delle Fiamme Gialle, è stato accertato che la Fondazione ha stipulato uno specifico contratto con una propria controllata avente per oggetto la raccolta delle sponsorizzazioni per lo svolgimento della manifestazione annuale del Meeting. Sono stati esaminati alcuni rapporti commerciali intervenuti fra la Fondazione Meeting e alcune società caratterizzate dal comune riferimento culturale al movimento di Comunione e Liberazione, controllate dalla Associazione Compagnia delle Opere di Milano. Contributi illeciti - "L'attività ispettiva ha evidenziato - sottolinea il comunicato - che la Fondazione Meeting ha utilizzato, di fatto, tali rapporti commerciali per tarare il proprio bilancio al fine conseguire delle perdite". I successivi riscontri di polizia giudiziaria disposti in merito dall'autorità giudiziaria, anche con l'acquisizione di documentazione presso enti pubblici locali, regionali e ministeriali, hanno permesso di appurare "che per l'organizzazione delle manifestazioni Meeting relative agli anni 2009 e 2010, la Fondazione ha percepito illecitamente contributi pubblici dalla Regione Emilia Romagna, dall'Agenzia Marketing turistico della riviera di Rimini (ente della Provincia di Rimini), dalla Camera di Commercio di Rimini e dal Ministero dei Beni ed Attività Culturali per 310mila euro". Il metodo - Secondo gli inquirenti, insomma, la presunta attività illegale sarebbe stata perpetrata inducendo in errore i predetti enti (che per legge o regolamento possono erogare contributi esclusivamente a manifestazioni prive di utile o avanzi di gestione) circa la sussistenza di un passivo di bilancio della stessa Fondazione. In particolare, secondo gli investigatori la Fondazione avrebbe presentato ed allegato alle richieste di contributi bilanci e/o rendiconti non conformi al vero riportanti false perdite ottenute attraverso l'utilizzazione di una società interamente controllata dalla Fondazione deputata alla raccolta di pubblicità per la realizzazione della manifestazione Meeting alla quale attribuire, a seconda degli anni, quote percentuali variabili di introiti pubblicitari in modo da ridimensionare i ricavi ed ottenere una perdita di bilancio. La presunta manomissione dei conti sarebbe passata anche tramite l'acquisto di spazi pubblicitari su pubblicazioni gestite da una società controllata dalla Compagnia delle Opere, fatturati il doppio della tariffa massima prevista dal listino normalmente praticato. "Gravi responsabilità" - Sono stati denunciati all'autorità giudiziaria un amministratore, il direttore generale ed il responsabili amministrativo della Fondazione in quanto, a vario titolo, "hanno avuto gravi e precise responsabilità sia nella ideazione che nella realizzazione del disegno criminoso che ha permesso alla Meeting di ottenere le contribuzioni illecite". L'ente è stato, inoltre, segnalato in ordine alla responsabilità amministrativa per fatto illecito di propri dipendenti ai sensi del D.lgs 231/01. A seguito dei fatti accertati è stata avanzata una richiesta di sequestro per equivalente ai fini della confisca sulle disponibilità degli indagati concorrenti nel reato, nonchè dei beni nella disponibilità della Fondazione per l'importo corrispondente al profitto del reato. Il provvedimento cautelare grava pertanto per la somma di 310mila euro, sia in capo a ciascuna delle persone fisiche che alla persona giuridica beneficiaria dei contributi stessi. Il Gip ha, dunque, accolto la richiesta ed emesso il relativo provvedimento eseguito dalla Guardia di Finanza. L'attività di polizia giudiziaria è ancora in corso e non si escludono ulteriori sviluppi nell'approfondimento delle indagini.