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Finmeccanica: indagato l'ex ministro Scajola

I pm ipotizzano il reato di corruzione internazionale

Lucia Esposito
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La procura di Napoli ha indagato l'ex ministro Claudio Scajola nell'ambito dell'inchiesta su Finmeccanica coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai  pm Herny John Woodcock e Vincenzo Piscitelli. Insieme a Scajola è finito nel registro degli indagati anche il suo portavoce Nicolucci. I pm ipotizzano il reato di corruzione internazionale in riferimento ad un suo presunto tentativo di mediazione nell'affare sulle forniture effettuate da Agusta Westland, Selex e Telespazio al governo di Panama nell'ambito di accordi stipulati con lo Stato italiano attraverso la società panamense Agafia, destinataria di compensi per intermediazione che per i magistrati era riconducibile ad un politico panamense e interposta nelle forniture attraverso l'attività del faccendiere Walter Lavitola, all'epoca consulente di Finmeccanica. Le indagini L'ex direttore commerciale di Finmeccanica, Paolo Pozzessere, ancora in servizio nella società come senior advisor per i rapporti con la Russia, è stato arrestato con l'accusa di corruzione internazionale. Perquisizioni sono in corso a Napoli anche nell'abitazione del presidente degli industriali Paolo Graziano, per una fornitura che riguarda invece il Brasile. Il numero uno degli industriali partenopei sarebbe indagato in questo filone di inchiesta in qualità di amministratore delegato della Magnaghi per la fornitura di fregate al Brasile. Un affare da diversi milioni di euro. Le perquisizioni, oltre la sua abitazione, riguardano anche i suoi uffici nella sede dell'Unione industriali di Napoli. Pozzessere era indagato a Napoli da tempo, ed era stato anche ascoltato dal pool di pm che avevano avviato le indagini su Lavitola. Conversazioni telefoniche tra lui e Lavitola intorno a commesse di Finmeccanica legate agli appalti favoriti dall'accordo firmato dall'allora premier Silvio Berlusconi a Panama erano già note nell'ambito delle inchieste sui rapporti tra Berlusconi, Lavitola e l'imprenditore Gianpaolo Tarantini.  La difesa Claudio Scajola si dice "sereno" e anche se spiega che "non capisco cosa ci sia dietro" assicura che "da adesso sono a disposizione dei magistrati, se volessero sentirmi sull'argomento". L'ex ministro, intervistato da TgCom24, non nasconde peraltro che "mi pare strambo che in questo momento un'attività di ministro di cui sono orgoglioso possa essere vista come qualcosa di losco" e aggiunge: "Non ammetto alcuna speculazione vergognosa. Non ho alcun portavoce che si chiama Nicolucci. Conosco un deputato, ma . Sottolinea - non ho mai avuto un portavoce con questo nome. Il ministro ha poi ribadito che "nell'ambito delle competenze di ministro dello Sviluppo economico ho girato il mondo sempre nel rispetto delle leggi e delle regole e ho sempre svolto questi compiti alla luce del sole e in incontri ufficiali. Non ho mai avuto - aggiunger - incontri privati"

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