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Ecco la vera riforma elettorale:più seggi a chi produce più ricchezza

Oneto: più rappresentanza a chi più contribuisce al bene comune, come in condominio dove conta di più chi ha più millesimi

Matteo Legnani
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C'è aria stantia attorno al finto dibattito sulla riforma della legge elettorale: tecnicismi, dettagli incomprensibili, trucchi contabili. Non c'è da stupirsi che la gente non si appassioni: tutti hanno capito che i partiti stanno solo cercando marchingegni che consentano qualche vantaggio per sé. In questa melassa di ingredienti scaduti le sole cose fresche arrivano dall'esterno della pantomima castaiola. Una proposta intelligente e decisamente rivoluzionaria l'ha fatta l'Unione Padana,  una piccola formazione autonomista che in Lombardia ha qualche centinaio di consiglieri comunali, un paio di consiglieri provinciali e un sindaco. L'idea è di collegare il numero di seggi al Senato alla popolazione ma anche al Pil delle regioni. Il numero di senatori spettanti a un collegio, uno ogni 200 mila elettori circa,  cresce o diminuisce contestualmente al rapporto fra il Pil regionale e quello nazionale:  se spettano – ad esempio – venti senatori e il Pil è superiore del 30% a quello nazionale, essi diventeranno  26  o scenderanno a 16 se è inferiore del 20%. Così si dà più rappresentanza a chi più contribuisce al bene comune, come in un'assemblea di  condominio dove conta di più chi ha più millesimi e paga di più. Leggi l'articolo integrale di Gilberto Oneto su Libero in edicola oggi 31 agosto

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