La Merkel fa l'equilibrista: con Draghi ma anche contro
Angela Merkel gioca su due tavoli: deve provare a risolvere la crisi dell'Eurozona, senza però complicarsi la vita in vista delle elezioni tedesche. Dare troppa corda alle colombe e ai meno rigoristi rischierebbe infatti di mettere la Cancelliera contro i falchi del suo partito, la Cdu, e della Bundesbank, Non a caso, in un'intervista alla tv ARD, utilizza una formula molto veltroniana per uscire dagli imbarazzi: "La Bce sta lavorando bene, ma Jens Weidman fa bene a mettere in guardia i politici". Jens Weidmann è il presidente della Bundesbank, che ha definito "scabrosa" l'idea di un tetto anti-spread messa a punto dal governatore Mario Draghi e della Banca Centrale Europea. Visto che le posizioni di Draghi e Weidmann sono antitetiche, delle due l'una: o si è con la Bce oppure contro. Qualcosa nelle posizioni della Merkel non torna. "La Bce sta agendo nell'ambito del suo mandato per la stabilità dei prezzi - ha ricordato la Merkel nell'intervista - ma penso che sia un bene che Jens Weidmann metta in guardia i politici. Lo appoggio e credo sia un bene che lui, in quanto capo della Bundesbank, abbia molta influenza nella Bce". Nodo Atene - La cancelliera cammina su un filo sottile, da vera equilibrista. La scorsa settimana è stata ricca di incontri diplomatici, con il tour del premier greco Antonis Samaras che ha parlato faccia a faccia proprio con Angela e il presidente francese François Hollande. Qualcuno ha riaffacciato nuovamente l'ipotesi di una fuoriuscita di Atene dall'euro, ipotesi che Samaras ha definito "disastrosa" per Grecia ed Europa. "Siamo in una fase decisiva e occorre fare molta attenzione alle parole", ricorda la Merkel più ai suoi collaboratori che ai partner europei. Samaras sta chiedendo una dilazione nei tempi di attuazione dei tagli alla spesa pubblica da 11,5 miliardi (in cambio dei quali ha ottenuto un prestito internazionale da 130 miliardi di euro) e a molti esponenti del governo tedesco la cosa non va giù.