Trattare con la mafia fu un male necessario
E chi lo nega - come Il Fatto, Di Pietro e alcuni pm - è un talebano: rifiutano l'ipotesi nel nome di un "Bene assoluto" che non esiste
"Da cittadino italiano (e per giunta nato in Sicilia) figuriamoci se non vorrei che fosse fatta luce sulle tante tragedie che attengono alla recente storia siciliana, a cominciare dagli agguati mortali ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sì o no il massacro di quest'ultimo e della sua scorta trova la sua spiegazione nel fatto che Borsellino era contrarissimo a ogni ipotesi di contatto (o «trattativa» che dir si voglia) tra lo Stato e i vertici della cupola mafiosa, trattativa che tendeva a rendere meno cruento l'attacco portato da quel branco di assassini agli uomini e alle istituzioni della Sicilia?", si interroga Giampiero Mughini su Libero in edicola oggi. Il punto è che trattare con la mafia fu un male terribile, ma necessario: "Chi lo nega è talebano". Il Fatto, Di Pietro e alcuni pm rifiutano questa tesi in nome di un "Bene assoluto" che, nei fatti, non esiste. Leggi il commento di Giampiero Mughini su Libero in edicola oggi, giovedì 5 luglio