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Monti non canta l'inno e ci porta rogna

In tribuna a Kiev per la finalissima tra Italia e Spagna

Andrea Tempestini
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Dopo gli applausi per i risultati ottenuti al vertice di Bruxelles, a Mario Monti vanno le critiche per l'infelice scelta di essere andato a Kiev per la finalissima di Euro 2012. Le critiche arrivano per due motivi. Il primo è mera scaramanzia, che è il sale del calcio: se il premier non aveva assistito ad alcuna delle precedenti partite, era meglio proseguire "nel solco della tradizione". Il secondo, invece, riguarda la sua coerenza: soltanto un mese fa Monti si fece portavoce della più imporbabile delle proposte, quella di fermare il calcio per due anni a causa dell'affaire scommesse. Suona strano che l'uomo che voleva bucare il pallone, domenica sera, si sia recato a Kiev a supportare e rappresentare quella nazionale espressione dello stesso calcio che avrebbe voluto interrompere. Insomma, nonostante Libero - e molti altri - avessero chiesto al Prof un basso profilo, il premier ha voluto comunque andare a Kiev per mettere il cappello sulla vittoria degli azzurri. Il risultato? La sua è stata una presenza letale: doppo infortunio e quattro gol degli spagnoli. Ma il "processo" al presidente del Consiglio che di calcio non pare così appassionato non finisce qui. Ci sono delle immagini che hanno fatto il giro del mondo e sulle quali, probabilmente, dovrà qualche spiegazione. Prima della partita, durante gli inni nazionali, il Prof viene inquadrato mentre cerca di balbettarne qualche parola, per poi interrompersi, subito. Insomma, Monti non ha cantato l'inno di Mameli (non lo sa?) e ci ha anche portato sfiga. Il premier, oggi, ha provato a smentire il suo mutismo, replicando che lui l'inno l'ha cantato: "Basta vedere le immagini...". Ma la tv lo tradisce

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