"Dateci la vostra eredità"Il Comune si attacca ai morti
La richiesta del vicesindaco ai cittadini scatena polemiche: vogliono spennare anche i defunti.
Una volta era il Comune a trovare casa agli anziani. Ora è il sindaco che bussa ai vecchietti chiedendo se, passando a miglior vita, possono fare la cortesia di lasciargli la baracca. Quella che sembra una gag partorita dalla mente cinica di Cetto La Qualunque, è invece la realtà grottesca che si profila all'orizzonte dei bolognesi più attempati, tirati per la vestaglia dal vicesindaco e assessore al Bilancio della giunta di sinistra, Silvia Giannini, affinché seguano l'esempio virtuoso della compianta concittadina Ornella. La signora, balzata agli onori delle cronache troppo tardi per poterne essere orgogliosa, deve la sua fama a un “nobile” gesto: il lascito testamentario con cui affida a Palazzo D'Accursio il suo appartamento con garage. Le volontà della signora sono chiare: vendere gli immobili e, con il ricavato, adottare politiche concrete rivolte agli anziani. Ma l'amministrazione pubblica non ha perso tempo e, prima ancora di aver messo le mani sulla modesta ma inattesa eredità, ha lanciato un accorato appello ai bolognesi perché, al momento del trapasso, si ricordino di chi li ha governati con affetto. Tasse permettendo. Già, perché non si può certo dire che al Comune si risparmi, né sulle spese né sul ricorso alla leva fiscale. E le conferme, al netto di battutine e commenti più o meno di buon gusto, sono attese nero su bianco dalle scelte del bilancio preventivo per l'anno in corso in fase di approvazione. «Preferirei fare beneficenza, piuttosto che lasciare un centesimo a un ente che, nel 2012, ha già aumentato le sue uscite di 8 milioni mentre tutti tirano la cinghia» sbotta Marco Lisei, presidente del gruppo consiliare del Pdl. «Senza contare che, qui a Bologna, la tassazione è talmente elevata che a fatica si arriva a fine mese. È aumentata la Tarsu (la tassa sui rifiuti urbani, ndr), l'addizionale Irpef, ora c'è l'Imu… E hanno il coraggio di chiedere l'elemosina!». Il collega Manes Bernardini, capogruppo della Lega Nord, affida a Facebook il suo commento lapidario. «L'ultima del Comune di Bologna: fate testamento a nostro favore! Dopo i vivi, si apprestano a spennare anche i morti. Assessore Giannini, vergogna!». Su internet la polemica infuria. «Già lavoro sei mesi l'anno per lo Stato… non vi basta? Volete pure che vi lasci la casa?», scrive un bolognese inferocito. E ancora: «Così il Comune avrà un'ulteriore unità immobiliare da mal gestire». Argomento efficace, cavalcato anche dal consigliere Lisei. «Visto com'è sprecato il patrimonio di Bologna, soprattutto quello immobiliare, il Comune sarebbe davvero l'ultimo ente a cui lascerei la mia eredità» ammette. «Ogni anno cediamo, a titolo gratuito, ben tre milioni di euro in immobili di pregio alle libere forme associative. Solo all'Arcigay è dato in gestione un edificio che varrebbe una locazione da 70mila euro. In più, chiaramente, si erogano finanziamenti per le più varie iniziative. E per fortuna è intervenuta l'opposizione, altrimenti gli pagheremmo ancora la metà delle utenze!». Mentre l'assessore Giannini ribadisce le sue esternazioni («Auspichiamo che siano tanti i cittadini che si muovono in questa direzione», spiega tornando sull'esempio della defunta signora Ornella), i bolognesi in età avanzata valutano il da farsi con qualche gesto scaramantico. E, depositari di una memoria storica pluridecennale, senza scomporsi ricordano che quello della signora Ornella non è certo il primo caso di lascito clamoroso. Recentemente Michelangelo Manini, il facoltoso fondatore della Faac, ha destinato alla Curia di Bologna la sua eredità milionaria. Nel 1998 una generosa signora aveva lasciato 192 mila euro proprio a Palazzo d'Accursio e, una decina di anni fa, la “povera” proprietaria della cagnolina Lulù aveva fatto testamento sempre in favore del Comune, purché si occupasse dell'animale. Intanto, in via D'Azeglio, ci si accapiglia sul destino della casa-museo di 3.000 metri quadrati lasciata dal compianto Lucio Dalla… e chissà che il Comune di Bologna non riesca a mettere le mani pure su quella. di Silvia Senette