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Blitz contro anarchici: "Pronti a colpire"Attentato Adinolfi, un arresto

Dieci arresti e perquisizioni contro gli appartenenti all'organizzazione anarchico-insurrezionalista (Fai\Fri)

Lucia Esposito
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 All'alba i carabinieri del Ros hanno effettuato un blitz contro appartenenti all'organizzazione anarco-insurrezionalista  Fai/Fri (Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario   Internazionale). Le ordinanze di custodia in carcere sono state emesse  dal gip del Tribunale di Perugia nei confronti dei maggiori esponenti   dell'organizzazione terroristica accusata di aver effettuato i più recenti attentati con ordigni esplosivi in Italia e all'estero. Sono state effettuate 5 perquisizioni e non è stato sequestrato solo materiale cartaceo e informatico: materiale esplosivo e utile a confezionare ordigni artigianali è stato trovato nell'abitazione di una ragazza di Terni. Le indagini puntano a verificare i collegamenti tra gli arrestati di stamani con l'agguato teso al manager dell'Ansaldo, Roberto Adinolfi, la mattina del 7 maggio scorso in via Montello a Genova che, secondo il generale Giampaolo Ganzer, comandante del Ros, fa capo alla stessa "componente ideologica, teorica e organizzativa". "Non c'è allo stato alcuna contestazione in merito agli indagati odierni - ha poi aggiunto Ganzer-, il ferimento è oggetto di una distinta indagine della procura di Genova attraverso un nucleo unitario di polizia e carabinieri che sta operando sul campo spero con esiti positivi". I nomi - Questi i nomi delle 10 persone arrestate nell'ambito dell'operazione 'Ardire' dei carabinieri del Ros nei confronti di anarco-insurrezionalisti: Elisa Di Bernardo, 36 anni di Brescia e residente a Pisa; Katia Di Stefano, 29 anni di Firenze, domiciliata a Roma; Stefano Gabriele Fosco, 49 anni, nato in Argentina e residente a Pisa.  Tra gli arrestati, anche Paola Francesca Iozzi, 31 anni, marchigiana ma domiciliata a Perugia; Giuseppe Lo Turco, 22 anni, di Catania ma domiciliato a Genova; Giulia Marziale, 33 anni, abruzzese domiciliata a Terni; Alessandro Settepani, 25 anni, di Orvieto e residente a Montegabbione (Terni); Sergio Maria Stefani, 31 anni, romano residente a Perugia. Arrestati all'estero Marco Camenisch, svizzero di 60 anni e Gabriel Pombo Da Silva, 44 anni, spagnolo detenuto in Germania.  Le accuse Gli arrestati sono accusati di associazione con finalità di   terrorismo ed eversione; dell'ideazione e organizzazione degli   attentati del dicembre 2009 all'Università Bocconi di Milano e al Cie  di Gradisca d'Isonzo (GO); dell'organizzazione e dell'esecuzione degli  attentati del dicembre 2011 contro il direttore generale di Equitalia   in Roma, la Deutsche Bank di Francoforte e l'Ambasciata greca di   Parigi.  Nel corso dell'operazione Ardire sono state  effettuate oltre 40 perquisizioni in tutto il territorio italiano, nei  confronti di ulteriori 24 indagati. Raggiunti dal provvedimento anche   due anarchici detenuti in Svizzera e Germania che, con i complici liberi in Italia, avevano progettato le campagne terroristiche dettandone tempi, obiettivi, documenti e sigle di rivendicazione.   Il collegamento - Lo Turco è accusato di avere dato vita e fatto parte di un'associazione sovversiva con finalità di terrorismo, anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico e di istigazione a commettere delitti attraverso scritti, documenti e comunicati pubblicati in blog in internet "nel cui testo venivano espressi concetti con i quali si istiga - scrive il gip di Perugia nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita stamani - alla commissione di delitti non colposi contro la personalità internazionale ed interna dello Stato, al fine di sovvertirne, attraverso la pratica della violenza, il suo ordinamento politico, economico e sociale. Assicurando, inoltre, il collegamento, le informazioni e il coordinamento operativo tra le varie 'cellule' dell'organizzazione eversiva denominata Fai/Fri, responsabile dell'esecuzione di attentati ed azioni terroristiche o comunque violente poste in essere sia in Italia che all'estero. Reato aggravato per avere agito perseguendo le finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico, con condotte criminose dalle quali scaturivano effetti sostanziali in altri Stati". Due arresti per sabotaggio - Sergio Maria Stefani e Alessandro Settepani furono arrestati già nel luglio 2009 con l'accusa di aver tentato di sabotare la linea ferroviaria Orte-Ancona. Stefani e Settepani furono fermati la sera del 27 marzo 2008 dai carabinieri a Orte a bordo di una Y10, sulla quale c'erano alcuni ganci artigianali di metallo e altro materiale ritenuto sospetto. I due furono denunciati a piede libero per non compromettere un'indagine molto più ampia che, nel luglio 2009, porterà al loro arresto con l'accusa di aver tentato di sabotare la linea ferroviaria (il processo è tuttora in corso) e alla perquisizione di altre 32 persone in tutta Italia. Secondo gli inquirenti quella azione si inquadrava in un "più ampio progetto sovversivo di preordinate campagne rivoluzionarie di lotta, raccordate con quelle intraprese da omologhe formazioni attive in Spagna e Grecia". Nell'ambito dell'operazione dei carabinieri venne, tra l'altro, sequestrato il manuale anarchico intitolato: "A ognuno il suo; 1000 modi per sabotare questo mondo". Pronti a colpire ancora - Nelle numerose intercettazioni che sono servite per portare dietro le sbarre dieci persone accusate  di associazione sovversiva, vengono delineati “possibili obiettivi, in linea - scrive il gip di Perugia - con la strategia della Federazione Anarchica informale”. Nell'ordinanza il gip li elenca e sostiene che potevano essere: “Le istituzioni economiche ritenute emblemi dello sfruttamento e della distruzione dell'ambiente naturale come l'Eni e Finmeccanica, le  istituzioni universitarie, ma anche le principali istituzioni bancarie  come Unicredit”. “Il profilo politico, simbolico e propagandistico degli obiettivi prescelti per le azioni dirette realizzate dal gruppo -  scrive ancora il gip nell'ordinanza - conferma come le azioni non fossero frutto di azione estemporanea. Le indagini svolte documentano come la società Eni e la banca Unicredit siano state individuate quali obiettivi primari nella recente campagna di lotta dell'area anarco insurrezionalista ed oggetto di numerose azioni delittuose perpetrate in varie località del territorio nazionale”.  

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