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Gli italiani sono in mutandeMa Monti aumenta la spesa

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Consumi delle famiglie giù del 2,4% nel primo trimestre 2012. Ma le uscite della pubblica amministrazione sono cresciute dello 0,4%

Matteo Legnani
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Corrado Passera ammette che il quadro è fosco, ma minimizza: «I dati Istat sono in linea con le previsioni che avevamo». Sta di fatto che un crollo del pil come quello certificato ieri dall'Istituto nazionale di statistica non si vedeva dal 2009 e piazza il nostro Paese dietro a tutte le grandi economie, dalla media dell'Eurozona agli Stati Uniti, fino al Giappone. Su base annua il prodotto interno lordo del primo trimestre è scivolato dell'1,4% (una rilevazione peggiorata rispetto al -1,3% stimato lo scorso 15 maggio), mentre sui tre mesi precedenti il differenziale negativo è stato dello 0,8%. L'Italia aveva fatto peggio solo nel primo trimestre del 2009, quando il pil crollò del 3,5%. La spesa delle famiglie è scesa del 2,4% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2011. Un dato che certifica ufficialmente l'impatto recessivo della stangata (sia quella già arrivata sia quella annunciata) sulle tasche degli italiani. L'unica cifra positiva snocciolata dall'Istat, manco a dirlo, è stata quella relativa alla Pubblica amministrazione. Se agli italiani è stato chiesto di stringere la cinghia, lo Stato, invece, non conosce crisi. La spesa della Pa è infatti la sola componente della domanda interna che nel primo trimestre ha registrato una variazione positiva, con un incremento dello 0,4% sul trimestre precedente. Leggi l'articolo integrale di Sandro Iacometti su Libero in edicola oggi 12 giugno

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