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Il conto per salvare l'eurol'Italia ha già speso 48 miliardi

Nel 2010 spesi 3,9 miliardi, nel 2012 il sostegno ai Paesi in difficoltà è salito a 29,5 miliardi. Ma con l'aiuto alla Spagna la cifra aumenterà

Lucia Esposito
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Dopo il via libera di Bruxelles agli aiuti fino a un massimo da 100 miliardi al sistema bancario spagnolo, si aspettano i dettagli dell'accordo che diventerà operativo solo dopo la decisione dell'Ecofin convocato per 20-21 giugno. Al ministero dell'Economia hanno cominciato a fare i conti su quanto questo aiuto peserà sul bilancio. Nel 2010 l'aiuto ai paesi in difficoltà è costato all'Italia 3,9 miliardi pari allo 0,3% del pil. Nel 2011 la somma degli esborsi è salita a 9,2 miliardi di cui 3,2 miliardi (per gli aiuti a Irlanda e Portogallo) erogati tramite il Fondo salva-stati europeo e il resto, 6,1 miliardi di prestiti diretti alla Grecia. Per il 2012 il governo stima di concedere finanziamenti complessivi in favore di Grecia, Irlanda e Portogallo per 29,5 miliardi che saranno sempre erogati dall'Esf (i fondi nati per salvare Portgollo, Irlanda e grecia colpiti dalla crisi). Nel 2012 i prestiti diretti dell'Italia verso la Grecia ammontano a 61 miliardi di euro.  Ci sono inoltre i versamenti per la sottoscrizione della quota italiana al capitale dell'Esm (L'european stablity nmechanism) il meccanismo permanente che sostituirà il vecchio fondo salva-Stati. Adesso bisognerà vedere se i 100 miliardi di aiuti alle banche spagnole richiederanno un nuovo intervento da parte dell'Italia appesantendo ulteriormente i conti dell'Italia. Bisogna capire se varranno ancora le regole dell'Efsf (il fondo salvastati). Finora le cifre sono sempre state in salita: finora l'Italia ha sborsato oltre 48 miliardi di euro, ma la somma rischia di aumentare ancora. 

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