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Vaticano, arrestato il CorvoE' il maggiordomo del Papa

L'uomo finito in manette avrebbe rubato documenti riservatissimi Ratzinger: "Sono addolorato e colpito"

Giulio Bucchi
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In manette il presunto Corvo del Vaticano, l'uomo che avrebbe difuso i documenti segretissimi di Papa Ratzinger all'esterno: si tratta di Paolo Gabriele, che come nei migliori gialli è il maggiordomo del Papa. Ad annunciarlo è stata la stessa Santa Sede, per bocca del responsabile della Sala Stampa padre Federico Lombardi. L'inchiesta "ha permesso di individuare una persona in possesso illecito di documenti riservati", ha dichiarato padre Lombardi, che ha precisato come questa persona "si trova ora a disposizione della magistratura vaticana per ulteriori approfondimenti". In verità aveva già spifferato qualcosa il Foglio di Giuliano Ferrara. Come in ogni giallo che si rispetti (anche in salsa vaticana), il responsabile sarebbe infatti l'"aiutante di camera" di Papa Ratzinger Paolo Gabriele, un laico all'opera nell'appartamento di Benedetto XVI e per molti anni nell'anticamera papale.  "Molte prove" - Una mole ingente di documenti riservati è stata trovata dalla Gendarmeria Vaticana nell'appartamento di via di Porta Angelica, dove Gabriele abita con la moglie e i tre figli. Romano, poco più che 40enne, l'uomo lavora nell'appartamento pontificio dal 2006, ed è stato inserito nella Famiglia del Papa dopo essere stato a servizio del prefetto della Casa Pontificia, monsignor James Harwey. Giovedì pomeriggio Gabriele è stato prima fermato dagli agenti comandati dall'ispettore generale Domenico Giani e poi interrogato dal promotore di giustizia, Nicola Picardi, che lo ha dichiarato in arresto. A quanto si è appreso, i sospetti sul maggiordomo sono stati raccolti dalla Commissione Cardinalizia che indaga sulle fughe di notizie direttamente nell'appartamento del Papa. Gabriele, Paoletto per gli ambenti vaticani, nell'Annuario Pontificio figura con la qualifica di "aiutante di camera" di Benedetto XVI, ed è tra i "familiari di sua santità": fa parte del ristretto gruppo di persone ammesse all'itnerno della "famiglia pontificia", ossia una cerchia di persone super selezionate che lavorano a stretto contatto con il Santo Padre. Giallo risolto? - L'uomo finito in manette, però, più che un corvo, come sottolinea il vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli nel suo blog Vatican Insider, sembra un capro espiatorio: difficile infatti immaginare che un semplice maggiordomo abbia un così pieno accesso a documenti segretissimi, da codice rosso, quali quelli pubblicati da Gianluigi Nuzzi nel suo ultimo volume Sua Santità. Tornielli ribatte: "Dietro c'è una mente raffinata, che conosce la politica ecclesiastica". Non un maggiordomo, ma un Gran Ciambellano piuttosto. E secondo qualcuno questo qualcuno potrebbe essere addirittura Ettore Gotti Tedeschi, il "dimissionato" potentissimo ex presidente dello Ior. Ad incastrarlo, aggiunge Tornielli, ci sarebbe un documento arrivatogli via mail e fatto filtrare all'esterno senza cancellare il proprio indirizzo di posta elettronica. Ratzinger addolorato - In ogni caso, Benedetto XVI è preso tra due fuochi: la colpa delle trame alle sue spalle secondo molti è di monsignor Tarcisio Bertone, segretario di stato responsabile della sicurezza della Santa Sede. Come ricordava Antonio Socci su Libero, tutto il caso evidenzia la fragilità delle istituzioni della Chiesa e gli errori di Bertone. Ma il Papa ha costantemente difeso l'operato del suo segretario anche contro l'evidenza, respingendo le richieste di rimozione arrivate anche da papaveri come l'arcivescovo di Milano Angelo Scola. Ora Bertone ha accelerato e si è arrivati all'arresto del maggiordomo. Giusto o meno, andare più a fondo alla vicenda potrebbe obbligare al Papa a una marcia indietro dolorosissima. E pericolosa. In questo momento, il Papa, informato dell'arresto dell'aiutante, si è detto "addolorato e dispiaciuto" La replica di Nuzzi - Dopo l'arresto del maggiordomo, e dopo che nei giorni scorsi il Vaticano aveva definito un "atto criminoso" la pubblicazione di documenti riservati e di lettere private al Papa nel libro di Nuzzi, in un'intervista a MicroMega è arrivata la replica della firma di Libero: "Questa è una risposta oscurantista da parte del Vaticano. Il giornalista - ha rimarcato Nuzzi - ha il dovere deontologico di rendere pubbliche le notizie che trova. Io ho fatto solo il mio mestiere". Immediatamente dopo la pubblicazione del libro Sua Santità il Vaticano ha comunicato che agirà per vie legali. "Mi fa ridere pensare che il Vaticano chieda aiuto ai magistrati italiani dopo che non ha mai risposto alle rogatorie che ha ricevuto su tante vicende - ha aggiunto Nuzzi -. Gliene indico solo una: l'omicidio del banchiere Roberto Calvi". E ancora, riferendosi alla pubblicazione dei carteggi: "Qui si tratta di dovere di cronaca. Quando si entra in possesso di un memorandum del Pap in occasione dell'incontro con il presidente Napolitano, credo che il dovere di cronaca sia preminente. Capire chi sono stati i congiurati che hanno fatto fuori Boffo, secondo le sue stesse parole, è prioritario".  

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