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Fabio Caressa, Ziliani lo accusa: "Mai detto che Cabrini e Rossi erano gay"

Nel suo ultimo libro il giornalista di Sky scrive che nel 1982 il collega, allora al Giorno, fece insinuazioni sugli azzurri. Replica piccata su Dagospia

Giulio Bucchi
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Fabio Caressa, inconfondibile voce del calcio su Sky, dopo aver scritto un libro sul mondiale2006 ed uno sul poker, ha da poco pubblicato anche il suo primo romanzo, Gli Angeli non vanno mai in Fuorigioco. A quanto pare, invece, lui c'è stato beccato, e proprio da un collega, quel Paolo Ziliani di Mediaset che non ha gradito un passaggio a lui dedicato promettendo, tramite una lettera inviata a Dagospia, di risolvere la questione in tribunale: «Mio figlio ha 17 anni e a scuola non sa cosa rispondere ai compagni che adesso gli chiedono “ma cos'ha combinato tuo papà ai mondiali di Spagna?”, “cos'ha scritto?”, “è vero che Causio e Zoff e tutti i giocatori lo volevano picchiare?”». Oggetto del contendere la pagina 111; secondo Caressa, Ziliani avrebbe scritto sulle pagine de “Il Giorno”: «I toni si erano alzati. Finché non successe il patatrac. I due inviati del “Giorno” Claudio Pea e Paolo Ziliani, due giovani giornalisti in procinto di diventare firme illustri, se ne uscirono con una battuta infelice. Dissero che in quell'Italia disastrosa nessuno si preoccupava di migliorare, che erano tutti tranquilli. E che Paolo Rossi e Antonio Cabrini vivevano in camera assieme come marito e moglie. Il marito era Rossi. Apriti cielo». E dunque tutta la nazionale, capeggiata da Zoff e Causio, tentò di vendicarsi passando alle vie di fatto nei confronti del giornalista, compattandosi fino ad arrivare a vincere il Mundial in reazione all'ignominia patita. Peccato, ricorda Ziliani, «che in Spagna io non c'ero».  E, continua il giornalista Mediaset, «per fortuna che Fabietto c'era: non ci fosse stato, sai la merda che avrebbe sparso in giro col suo ventilatore!». La promessa è di rivedersi in tribunale. Altro che off side.

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