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Silvia Rocca: "Mia sorella Stefania lavora perché raccomandata"

La dj e scrittrice a Libero: "Ho sfondato in consolle perché suonavo in topless, ma lavoro poco perché non sono una facile. Mia sorella invece..."

Giulio Bucchi
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  Sua sorella Stefania è reduce dal successo della fiction di Raiuno Una grande famiglia; lei, intanto sta scrivendo un nuovo romanzo che parla proprio di dinamiche familiari. Per gli amanti della discoteca, il nome di Silvia Rocca - dj, attrice e scrittrice -, è sinonimo di divertimento e trasgressione: una protagonista della scena deep house internazionale. Silvia, è vero che lei è la dj donna più famosa al mondo? «Non esageriamo! Oggi ce ne sono molte altre, ma quando ho iniziato io, dodici anni fa, ero praticamente l'unica. Ho scelto di fare questo lavoro, perché mi piaceva andare a ballare in discoteca; ma la passione non basta, quindi ho dovuto studiare. La tecnica sul mercato internazionale è molto importante: non è possibile improvvisarsi. Il mio maestro è stato il famoso Erick Morillo. Oggi suono per lo più house tribale, ho due dischi all'attivo (incisi insieme a un collega, Christian Marchi) e grazie al mio lavoro giro il mondo: per esempio, sono appena stata in Colombia e Venezuela». Ha detto che dodici anni fa era l'unica donna dj: come ha fatto a diventare famosa? «Sicuramente mi sono fatta largo nel mercato e ho incuriosito il grande pubblico inventandomi le  performance in topless. Mi sono spogliata per fare il lavoro che mi piaceva: non avevo alternative; le donne nella musica house non sono mai state molto considerate». Quindi sta dicendo che, se non fosse stato per il topless, non avrebbe mai sfondato? «Non esattamente. Sono anche brava e preparata; non potrei suonare altrimenti. Diciamo che mi sono inventata un gioco che ha stuzzicato il pubblico e che, alla fine, mi ha reso un'icona. Suono mezza nuda, è vero, ma non sono volgare: la vivo con autoironia e intelligenza; tra l'altro, durante le mie performance rimango a seno scoperto solo per pochi minuti». Non ha paura di essere criticata per come usa il suo corpo? «No, perché chi mi conosce sa che mi batto da sempre contro le raccomandate e le donne che, per arrivare al successo, si vendono. Guardi me, per esempio: vorrei lavorare di più, ma non riesco, perché non ho uno sponsor o qualcuno che mi segnali. Quando scrivevo per la rivista GQ, qualche pezzo grosso mi faceva il filo: siccome non lo ricambiavo, sono stata licenziata. Eppure, ho pubblicato sette libri: dei thriller che hanno vinto premi internazionali. Gestisco uno dei blog più seguiti in Italia. Insomma, non credo di essere la prima venuta». Non ha mai pensato di fare cinema, o televisione, come sua sorella? «Scherza? Se non faccio cinema, è perché non sono raccomandata come lei. Stefania ha sfondato perché aveva una storia con il regista Gabriele Salvatores. Tutto qui. E comunque mi annoierei a morte a fare il suo lavoro: lei legge un copione già scritto, mentre io preferisco creare». È vero che non vi parlate più? «È lei a non rivolgermi la parola da più di un anno. Non ha neanche più visto la mia bambina. Stefania è sempre stata molto competitiva: non so perché, ma mi soffre da sempre. . Pensi che una volta mi ha perfino detto che sembro un travestito di 50 anni! Ora vuol fare l'intellettuale: forse, per lei sono troppo trasgressiva e scomoda. In un'intervista recente, ho parlato del nostro allontanamento e le ho lanciato una specie di appello. Per tutta risposta, lei mi ha messo contro tutta la famiglia: ora neanche i miei genitori mi parlano».  Che progetti ha per il futuro, Silvia? «Intanto, sto scrivendo un nuovo libro sulla famiglia: magari, riesco a fare arrabbiare ancora di più i miei. Poi, spero di fare un po' di televisione: mi piacerebbe partecipare a un reality, magari all' Isola dei Famosi; trasferirsi in un luogo vergine, senza cellulari e scocciature varie, deve essere meraviglioso. Senza contare che un programma del genere mi darebbe visibilità: farei il doppio delle serate in discoteca». di Giovanni Luca Montanino    

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