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Usiamo i rimborsi elettorali dei partiti per ricostruire la casa dei terremotati

La proposta: a luglio i movimenti incasseranno altri 92 milioni. Sufficienti per iniziare almeno i primi lavori in Emilia Romagna. E a ridare la faccia alla Casta

Giulio Bucchi
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  I partiti italiani il prossimo luglio intascheranno l'ennesima rata di rimborsi elettorali. Dovevano essere 182 milioni di euro, è probabile che saranno la metà, 92.  La Commissione Affari Costituzionali della Camera, infatti, ha deciso di dimezzarli in ossequio alla crisi, dopo la forte pressione dell'opinione pubblica. Con quella somma certamente si potrebbero almeno iniziare i lavori di ricostruzione, porre in opera i primi interventi nelle zone colpite in Emilia Romagna. Potrebbe non essere indispensabile l'aumento delle accise sulla benzina a livello nazionale. Sicuramente sarebbe percepito come un segnale positivo dai cittadini-elettori, non soltanto delle zone colpite. Qualche politico l'ha capito e chiede il beau geste agli altri, la Lega sta pensando di farlo sul serio.  «La recente scelta in materia di risarcimento del danno da calamità naturali operata dal governo non può e non deve significare uno stop ai risarcimenti per il terremoto in Emilia», avverte Adolfo Urso. L'ex viceministro per il Commercio Estero, ora presidente di FareItalia, del quale fa parte anche l'ex ministro Andrea Ronchi, chiede ai partiti il grande sacrificio: «Si deve tenere adeguato conto che questo evento drammatico è intervenuto molto prima che chiunque potesse adeguarsi al nuovo corso con un'opportuna assicurazione privata», dice. Il terremoto, infatti, è avvenuto dopo l'approvazione delle norme che sollevano lo Stato dalle sue responsabilità risarcitorie, ma prima che venisse scritto il regolamento che renderà obbligatoria l'assicurazione privata sugli immobili.  «Per intervenire rapidamente sul problema e dare un primo segnale concreto di solidarietà nazionale, come Fareitalia proponiamo al governo e al parlamento di assegnare l'intero ammontare della prossima tranche del rimborso elettorale, circa 180 milioni di euro, al sollievo dai gravissimi danni materiali subiti delle popolazioni colpite», aggiunge. Un gesto tecnicamente fattibile perché, sottolinea l'ex viceministro, «proprio in questi giorni in Parlamento stiamo lavorando contemporaneamente sia alla riforma dei partiti che a quella della Protezione civile». Difficile, però, che Pd, Pdl, Udc decidano di accontentare Urso e il buonsenso: si sono sempre opposti a qualunque ipotesi di cancellazione dei rimborsi.  Potrebbe decidere di destinare i fondi ai terremotati, autonomamente, la Lega Nord. «Incassare la quota dei rimborsi elettorali per devolverla ai territori padani piegati dal sisma è un'ottima idea», conferma  Gianluca Pini, segretario della Lega Romagna. «È un'idea partita dalla base, dai nostri militanti, e la stiamo prendendo seriamente in considerazione», conferma. di Paolo Emilio Russo  

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