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Banderas, il sex symbol ucciso da un frollino

Banderas ammainata, il divo ucciso da un frollino

Da sensuale Zorro a mugnaio sfigato: il Mulino bianco ha tradito le massaie

Selvaggia Lucarelli
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  Per natura, tendo ad assolvere qualsiasi reato commesso per vili ragioni di marketing. Qualsiasi, tranne uno, e cioè: l'omicidio dell'immaginario erotico femminile col fucile a pallettoni. Per questo, esigo che il tribunale dell'Aja processi al più presto i fratelli Barilla e l'agenzia pubblicitaria che ha partorito i nuovi spot Mulino Bianco con Antonio Banderas nelle credibilissime vesti del mugnaio. Avessi visto Jessica Alba testimonial di Anitra Wc  o anche Lady Gaga canticchiare il jingle “Giorno e notte notte e giornooo” o perfino Clint Eastwood con l'Amplifon, avrei taciuto, ma qui s'è superato il confine dell'inaccettabile. Lui, il bandito  maledetto di Desperado che  cantava con voce sensuale “Me gusta el tequila blanco con su sal de la sabor” ha abbandonato il tequila blanco per il Mulino Bianco. La camicia lisa aperta sul petto, per il dolcevita kaki da mugnaio sfigato. Che voglio dire, Brosio dal Twiga a Medjugorje è un passaggio meno traumatico. E io, ai fratelli Barilla, un oltraggio simile non lo perdonerò mai, si sappia. Perchè se il loro ragionamento e quello dei creativi  era «i biscotti li comprano le donne e le donne Banderas lo intingerebbero nel latte come una Macina», devono aver partorito la campagna dopo che gli era caduta una tegola in testa. Anzi, un tegolino.  Voi, signori miei, non avete la più pallida idea di cosa sia l'immaginario femminile e di quanto poco ci voglia a sgretolarlo come un  “Pan di stelle” schiacciato sul fondo del pacco famiglia. Per noi donne, Banderas era lo Zorro sexy  che tagliuzzava l'abito a Caterine Zeta Jones durante l'erotico duello che la lasciava in mutande, altro che mugnaio. Ergo, a sfornare biscotti potevate metterci Beppe Bigazzi e lasciarci quell'inarrivabile sogno erotico bello intonso. E invece, eccolo lì, Antonio nostro, negli spot incriminati. Spot che riescono a concentrare in 20 secondi netti 40 anni di comunicazione “Barilla style” gocciolante retorica, tra gattini cimurrosi sotto la  pioggia, trattori più lucidi del Ferrari di Pato e allegre colazioni senza occhi cisposi. Gli spot dei biscotti, dramma nel dramma, sono al momento ben quattro. Per oscure ragioni,  Banderas non viene doppiato, quindi la voce è la sua originale.  E questo è il primo shock. In quello dei mitici Tarallucci, c'è un Banderas con un'aria vagamente rincitrullita, che dentro a un mulino i cui interni potrebbero sembrare casa Shrek, mostra una teglia di biscotti esclamando un raccapricciante: «Ancora più buoni da INSUPARE». Ora, voi capite bene che in un altro contesto e con le consonanti giuste, la parola “INZUPPARE” in bocca a Banderas m'avrebbe convinto a comprare non un pacco di biscotti, ma pure il Mulino con un mutuo trentennale, mentre qui l'ormone troverebbe più ispirazione nella voce di Gad Lerner che in quella di Banderas. Poi c'è la versione “Fiori di latte”. Qui il bell'Antonio è sul tetto del Mulino con la gallina vecchia (non è sua moglie Melanie Griffith ma il pennuto Rosita) e dichiara raggiante: «Ho avuto un'idea rivoluzionaria!». La spettatrice pensa: «Sì, quella di sputtanarti la carriera» e invece l'idea sono i biscotti cotti al vapore. Con i “Flauti” si tocca l'apice. Banderas, sempre con la faccia di quello che sta pensando «Speriamo che Almodovar non metta piede in Italia fino al 2018 che se mi vede in uno di ‘sti spot nel prossimo film mi fa fare trucco e parrucco», esclama un agghiacciante: «Crescere bene in natura è SEMPLISCE SEMPLISCE!» in modalità pariolina romana, per cui viene pure il dubbio che qui l'abbia doppiato Barbara Palombelli. Poi si lecca il dito sporco di cioccolato sperando di ringalluzzire la sora Maria a casa, ma a quel punto gli ormoni della casalinga media sono stati ampiamente frullati dalle pale del Mulino.  Infine, c'è la pubblicità dei cornetti, in cui Banderas inzuppa un cornetto nella cioccolata dichiarando convinto: «Tanto non mi vede nessuno!». Eh no, Anto', purtroppo vestito da mugnaio nella casa di Shrek doppiato dalla Palombelli  t'abbiamo visto in sei milioni circa, Svizzera esclusa.  Ci sarebbero poi da aggiungere un paio di considerazioni. Dopo decenni di slogan quali «Dove c'è Barilla c'è casa» o «Il piacere di mangiare sano» certo io non mi aspettavo che Barilla scegliesse la strada del rinnovamento optando per “Fuck your breakfast” o “Sex, drug &Pangoccioli”, però il nuovo leit motiv “Un mondo buono” è una roba che faticherebbe  perfino a pronunciare una Miss Italia appena eletta. Anche perchè se lo scopo è quello di evocare i famosi buoni sentimenti-Mulino Bianco, io ogni volta che sento “Un mondo buono” ho voglia di prendere a mazzate il mio vicino di casa a colpi di Nastrine, quindi temo che non passi il messaggio giusto. Infine,  a livello di immaginario, non è solo la sfera erotica ad uscire ammaccata da questi spot, ma anche quella familiare. Il modello “famiglia Mulino Bianco” sarà infatti per le nuove generazioni quella di Banderas. Dal papà che piagnucola nel trovare il fusillo in tasca durante un viaggio di lavoro, al papà mugnaio sposato in seconde nozze con un'attrice sposata quattro volte con tre figli da tre uomini diversi con più ricoveri in centri di disintossicazione che film in curriculum, ma in fondo, è un modo come un altro per dire che la famiglia del Mulino bianco è un concetto vetusto. Nel frattempo, noi donne guardiamo Antonio con una certezza: lo rivedremo presto con la maschera di Zorro. Per non farsi riconoscere dopo ‘sti spot, ovviamente. di Selvaggia Lucarelli  

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