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Firme false a Parma, suicida consigliere della Lega

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Giulio Bucchi
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Liste elettorali piene di firme false, un suicidio per la vergogna, decine di politici possibili indagati dalla magistratura. Le elezioni comunali di Parma del 6 e 7 maggio si tingono di giallo. Uno scandalo per cui si sarebbe tolto la vita Pier Angelo Ablondi, 58 anni, consigliere provinciale della Lega Nord e candidato alla carica di consigliere comunale. Il procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia ha riferito che, prima del suicidio, Ablondi ha lasciato sul proprio letto una lettera in cui ammetteva le irregolarità. Qui si apre una voragine in cui rischia di ricadere tutta la politica parmigiana, già colpita durissimo dal commissariamento successivo alle dimissioni del sindaco Vignali sotto i colpi di un indebitamento da record delle casse del Comune. Ablondi riferisce che, in qualità di vidimatore di alcune liste, avrebbe fatto un favore ad "un amico" e autenticato liste "dubbie". Quello delle firme false è un bubbone scoppiato appena qualche ora prima, quando l'ex campione di pallavolo Andrea Galli (in campo a Parma, Milano e con l'Italia di Velasco) espone querela perché la sua firma sarebbe stata inserito a sostegno della lista de La Destra a sua insaputa. Parte l'inchiesta ed è proprio Laguardia a collegare i due fatti: la denuncia di Galli e il suicidio del leghista Ablondi. Secondo il procuratore, "tutte le liste, nessuna esclusa, sono piene di firme doppie". Come riferisce Repubblica.it, in ballo ci sono centinaia e centinaia di adesioni falsificate, anche se eliminando le doppie firme tutte le liste hanno raggiunto il numero legale minimo per partecipare alle elezioni. C'è però una questione di legalità, un malcostume generalizzato. Ablondi si è suicidato per timore di "essere indagato" o scoperto, riferisce ancora Laguardia, che ora andrà a fondo. Chi è l'amico cui fa riferimento il leghista, chi è che gestisce e protegge i brogli? Interrogativi che rischiano di rimbalzare in molti altri comuni e province italiane, come a Milano dove il presidente provinciale Guido Podestà, del Pdl, è indagato per falso ideologico proprio per filme false.

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