Il Bayern fa fuori il Real di Mou: sarà finale contro il Chelsea
I tedeschi passano 4-3 ai rigori a Madrid: non basta doppio Ronaldo, Robben porta ai rigori. Sbagliano Cristiano e Kakà
La Champions League più pazza degli ultimi anni condanna anche il Real Madrid e Josè Mourinho. Dopo il Chelsea giustiziere del Barcellona passa anche l'altra sfavorita, il Bayern Monaco che comunque all'andata aveva vinto 2-1. Decisamenti più forte degli inglesi, gli uomini di Heynckes passano ai rigori 4-3 a Madrid dopo aver perso 2-1 al 120'. La finale, dunque, sarà Bayern-Chelsea, all'Allianz Arena stadio dei bavaresi, il 19 maggio. La finale delle sorprese ma finale meritata perché entrambe le squadre hanno compiuto un piccolo miracolo sportivo. Primo tempo show - Al Santiago Bernabeu il Bayern gioca con coraggio e qualità nonostante un inizio gara da incubo: pronti via e rigore (generoso) per il Real. Dal dischetto Cristiano Ronaldo trasforma. Al 14' altra doccia fredda: Ozil serve Ronaldo e il portoghese gela Neuer sul primo palo. Tutti a casa? No, perché il Bayern inanella una serie di occasioni e fa tremare Casillas fino a che Pepe non trattiene in area Gomez: rigore e Robben fa 2-1. Dopo un primo tempo da storia del calcio, sale la tensione e s'abbassano i ritmi. Mourinho mette dentro Kakà ma l'occasione d'oro, da centro area, capita sul piede di Gomez a un soffio del 90', ma l'attaccante tedesco-spagnolo fa cilecca. Ai supplementari il Real torna a farsi più presente nella metà campo degli ospiti ma sfiora la rete del 3-1 soprattutto in un'occasione, quando Marcelo va via in slalom e serve in profondità Cristiano Ronaldo solissimo. Il neoentrato Higuain è in fuorigioco va sulla palla e l'arbitro ferma tutto. Emozioni Neuer e Casillas -Si va ai rigor e l'inizio è choc: Neuer ne para due (a Ronaldo e Kakà, in fotocopia, con Cristiano che imita in negativo Leo Messi), Alaba e Gomez segnano: 2-0. Sembra finita ma Casillas si supera su Kroos e Lahm. Mou ci crede, ma Sergio Ramos lo tradisce sparando altissimo. Ultimo tiro sul piede (e le spalle, larghissime) di Schweinsteiger: rete e gloria, in casa di un Real che già pregustava la dopietta Liga-Champions.