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Dopo Jacobs anche Louis Vuitton: è di moda il furto dei beni di lusso

A pochi giorni dal colpo subito dallo stilista americano, ne arriva un altro: a farne le spese è la maison Louis Vuitton.

Giulio Bucchi
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Beni di lusso e abiti costosi diventano oggi, agli occhi avidi di molti malfattori,  preziosi come diamanti. Altro che gioielli, ai nostri giorni infatti il nuovo trend per i ladri è quello di colpire le maison di moda e portare via quanti più oggetti possibile per rivenderli, con ogni probabilità, al mercato nero o in alternativa usarli come campioni per realizzare capi contraffatti quanto più possibile simili all'originale. E' accaduto la settimana scorsa a Londra a Marc Jacobs (ma non solo, sono diversi i marchi colpiti, specie negli ultimi mesi), che a poche ore dal suo press day ha visto sparire il campionario della collezione primavera-estate 2012, e proprio in questi giorni un'altra storica griffe è stata vittima dei malviventi. Un colpo hollywoodiano - La notte tra il 24 e il 25 novembre infatti il marchio francese Louis Vuitton - di cui tra l'altro, ironia della sorte,  proprio Jacobs è direttore creativo-  ha subito una rapina.  Passata da poco la mezzanotte alcuni uomini con il volto coperto da un passamontagna si sono introdotti nell'aeroporto parigino di Roissy-Charles de Gaulle dove poche ore prima la societa' Schenteck aveva depositato alcuni colli contenenti accessori della griffe, e, una volta raggiunto il magazzino merci ( dove le scatole erano custodite), hanno immobilizzato 5 persone – un addetto responsabile della sicurezza e 4 dipendenti- e trafugato i lussuosi oggetti. Gli uomini, che avevano raggiunto l'aeroporto con due camion e un'automobile, dopo circa un'ora dall'intrusione- tanto sarebbe durato il colpo- sono poi fuggiti via a bordo dei mezzi.  Un furto degno di un film d'azione americano che è costato alla griffe ben 10 scatole di accessori per un valore totale di 300.000 euro. Secondo la polizia, accorsa sul posto la stessa notte, i ladri avrebbero studiato la rapina con un movente ben definito: sarebbe infatti la contraffazione, a detta degli agenti, il fine ultimo dei malfattori.   di Donatella Perrone

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