I jeans alla moda? Come serial killer
Il denim uccide. In Turchia 7000 persone addette alla sabbiatura dei jeans alla moda aspettano la morte, e non sono sole
Cosa non si farebbe per apparire. Il desiderio di esserci, sempre e comunque, e di farsi notare può arrivare, se esasperato, al punto di fregarsene perfino della salute, specie poi se si tratta di quella degli altri. Allora si indossa un bel sorriso alla 'chi se ne frega' un paio di jeans, magari sabbiati e poi via, a farsi guardare. I jeans sabbiati, già. Quelli tanto alla moda, che, grazie al particolare trattamento a cui sono sottoposti (il denim viene trattato con un getto di aria compressa e sabbia) regalano al pantalone quell'aspetto logorato ma non troppo, che tanto piace ai fashionisti di tutto il mondo. Ma l'esclusivo look consumato e schiarito tanto in voga non è l'unico risultato del processo di sabbiatura. La tecnica killer - Spesso questa tecnica si porta dietro ben altro. Da una parte quindi c'è il glamour del jeans vissuto, ma dall'altra c'è la morte, quella degli operai che, messi al lavoro per 'sabbiare' il jeans si ammalano di silicosi, e dopo tosse, problemi alle vie respiratorie, febbre e dimagrimento, muoiono schiacciati dalla malattia a causa del silicio che si deposita nei polmoni. Una cura non c'è, ma basterebbe usare un procedimento diverso per salvare gli operai, ad esempio la schiaritura chimica o la cara vecchia carta vetrata, come si faceva una volta, ma poi l'effetto non sarebbe più così interessante, ne risentirebbe probabilmente la morbidezza del tessuto, e siccome l'industria della moda non si può fermare davanti a qualche morte quando la domanda è così forte, la sabbiatura del denim è un procedimento ancora utilizzato. La vita per un paio di jeans - L'allarme lo lancia il programma di Italia 1 "Le Iene", che in un servizio andato in onda questa settimana mostra come la sabbiatura sia ancora usata, puntando il dito su due star del made in italy colpevoli di non aver aderito alla “Campagna Abiti Puliti”, un'iniziativa che punta ad abolire questa pratica assassina: Roberto Cavalli –che però in una nota fa sapere di non utilizzare la tecnica del ‘sandblasting' ormai da diverso tempo- e Dolce e Gabbana. Secondo il servizio delle Iene la silicosi in Turchia – qui molti grandi nomi della moda mandavano in passato i propri capi a far scolorire- su 10.000 persone impiegate nel procedimento di sabbiatura ha colpito il 70% degli operai, 7000 persone quindi, che oggi aspettano di morire, e chissà quante sono nelle stesse condizioni in Pakistan, in Cina e in Egitto, dove i fashion brand hanno spostato al loro produzione dopo che la sabbiatura è stata vietata in Turchia. Quanto vale la loro vita? 240 euro (al mese), pressappoco il prezzo di quei jeans che tanto piacciono. di Donatella Perrone