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New York sfida Milano: guerra all'ultima passerella

La Grande Mela fa slittare le date della kermesse modaiola. Londra è complice, Parigi non ci sta: ci rimette il pret à porter italiano

Giulio Bucchi
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Come da copione, con l'inizio del periodo delle sfilate che da New York a Parigi, passando per Londra e Milano, toccheranno tutte le capitali del fashion, partono anche gli immancabili pettegolezzi e le frequenti polemiche. Sulle passerelle made in Usa hanno sfilato negli scorsi giorni abiti anti-crisi, un inno all'ottimismo cucito insieme con linee semplici,  stampe fantasiose e colori accesi, ma una volta spenti i riflettori il clima non è rimasto altrettanto disteso. Il motivo del contendere? La pianificazione delle  future fashion week.  La guerra delle passerelle - Che ci sia rivalità tra le Capitali della moda e soprattutto tra gli attori del fashion system non è una novità per nessuno, ma l'aria che tira in questi giorni potrebbe minacciare tempesta, a breve, nell'Olimpo del glamour.  Da che la moda ha assunto la sua veste globale le settimane di sfilate si sono sempre alternate, prima New York, poi Londra, Milano e infine Parigi, ma l'avvicendamento delle città del fashion potrebbe subire  una variazione che determinerebbe non pochi problemi.  Il guanto di sfida l'ha lanciato New York, che in sordina e senza confrontarsi con le città ‘colleghe', durante la fashion week appena conclusa ha pubblicato sul suo sito le date delle prossime settimane modaiole dal 2012 al 2015. Contrariamente alla consolidata consuetudine la Grande Mela ha così scelto, senza tenere conto delle esigenze delle città concorrenti, di slittare la sua fashion week di una settimana. Secondo quanto scritto sul sito ufficiale della kermesse  infatti il periodo prescelto per la New York Fashion Week, in futuro cadrà nella seconda decina di settembre, una scelta che, appoggiata da Londra, ‘alleata' di fatto della città statunitense, finirebbe per penalizzare Milano, Capitale nostrana del pret à porter.  La Chambre Syndicale infatti non avrebbe nessuna intenzione di spostare, almeno per i prossimi due anni, la pianificazione della sua settimana dedicata alla moda, e Milano finirebbe così per vedere il suo spazio ridotto a non più di 4 giorni. Il risiko della moda - Secondo alcuni alla base della scelta  starebbe la sfortunata congiuntura che vede coincidere la fashion week newyorkese con la ricorrenza di uno degli eventi più drammatici mai verificatisi negli Stati Uniti, l'attentato alle torri gemelle, un avvenimento che, coincidendo con la settimana delle sfilate metterebbe i cittadini in non poco imbarazzo. Quest'anno in occasione del decennale dallo sciagurato attentato le critiche nei confronti dell'organizzazione si sono sprecate. Al motto di ‘the show must go on' la fashion week infatti non si è interrotta neanche in una delle giornate più drammatiche per l'America, portando avanti con scrupolosa minuzia il calendario giornaliero mentre Manhattan era ferma ad onorare le sue vittime.  Ma la tesi dell'11 settembre non trova conferma nelle date scelte per la New York fashion week del 2014 e del 2015, rispettivamente pianificate dall'11 al 18  e dal 10 al 17 settembre,  e non convince neanche Mario Boselli, Presidente delle Camera della Moda italiana.  Secondo Boselli infatti più che guidata dal rispetto per la commemorazione delle vittime sarebbe del tutto strategica la scelta americana. Non è un mistero che da diverso tempo l'organizzazione cerchi di spostare la sua manifestazione in un periodo più favorevole in termini commerciali. C'è chi dice inoltre che dietro lo scandalo del calendario ci sia persino  lo zampino cinese. Il Paese, oggi una posizione di riguardo nella filiera grazie al basso costo della sua manodopera, è senza dubbio determinato a ritagliarsi sempre più spazio, magari proprio a discapito dell'Italia, dove al contrario si producono i prodotti alti e costosi, complice la lunga tradizione di settore.  Attentato e intrighi a parte resta il fatto che New York ha preso arbitrariamente  una decisione che potrebbe incidere non poco sul futuro del pret à porter nostrano, creando un clima teso che difficilmente si tranquillizzerà prima della chiusura della settimana della moda parigina. Che sia una dichiarazione velata di ostilità? Il verdetto arriverà il 5 ottobre a Parigi, dove si terrà una riunione per affrontare la questione e dove  New York e Londra, schierate contro Milano e Parigi, si dichiareranno guerra al risiko della moda. di Donatella Perrone

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