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Arisa, "non mi inginocchio al seme...": la "schiavitù sessuale", tentazioni inconfessabili

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Arisa è più popolare che mai, sulla scia del trionfo a Ballando con le stelle e del suo ultimo album, intitolato “Ero romantica” e autoprodotte. La cantante è stata ospite al talk “Programma” con Claudia Rossi e Andrea Conti, trasmesso in streaming sui canali di FqMagazine.it. Ne è uscita una chiacchierata tutt’altro che banale, con Arisa che ha spiegato alcuni dei passaggi chiave della sua ultima fatica artistica.

 

 

Ad esempio in “Maddalena” canta: “Non mi inginocchio al seme sacro, farò di me il mio simulacro”. L’analisi del testo è stata fatta dall’artista stessa: “In sostanza vuol dire che non mi inginocchio alla sacralità della figura dell’uomo nella mia vita. Posso avere delle storie, potrò anche avere un marito un giorno non lo so, ma farò sicuramente sempre riferimento a me stessa. Perché questo, al di là del bene e del male che le persone possono farti, è l’unico modo per venirne fuori, sentirsi sempre centrata, avere sempre ben presente chi sei, cosa fai, cosa vuoi, dove vai, e perché…”.

 

 

I due conduttori le hanno chiesto se si sente rinata a 39 anni e la risposta è stata affermativa: “Ho iniziato a prendere le misure. ‘Maddalena’ è una canzone di libertà, che parla anche di schiavitù. La schiavitù però può anche essere volontaria… In ‘Altalene’ parlo di una schiavitù scelta, nel sesso. Una persona che decide arbitrariamente di essere schiavo sessualmente di qualcuno: quella diventa una forma di libertà. Nel disco ci sono diversi paradossi che, se spiegati, hanno una chiave di lettura molto nitida”.

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