Enrico Ruggeri e la cocaina: "Perché ho iniziato a pippare". Confessione sconvolgente e dolorosa
Anche Enrico Ruggeri, come molte star, è caduto nel tunnel della droga negli Anni 80. Intervistato da Anni 20, il nuovo programma di attualità di Rai2 condotto da Francesca Parisella, il cantautore milanese ha analizzato la vicenda attuale, legata al dramma del Covid: "La mia categoria è stata dimenticata e umiliata più volte". A livello personale, invece, c'è il problema dei figli. "Uno se n’è andato in campagna ma gli altri di 15 e 10 anni rientrano in pieno in quella categoria che sta soffrendo e che pagherà a lungo quello che è successo da un anno a questa parte. Quello che noi siamo dipende dalla nostra adolescenza".
Ruggeri, uno dei fondatori della Nazionale cantante, nonostante gli esordi punk coi Decibel nella Milano di fine anni 70 è quanto di più lontano dall'immaginario delle rockstar tutto vizi e stravizi. Eppure, anche lui è stato sfiorato dalla droga: "L’eroina è il rientro nella placenta, la fuga da tutto. Non l’ho mai provata ma sono stato contiguo a molta gente che l’ha provata". Gente che magari ha smesso di usarla da 20 anni, ma che ancora al risveglio ha "la roba" come primo pensiero. Si è parlato anche di San Patrignano e Vincenzo Muccioli, sulla scia della fortunata e discussa serie di Netflix dedicata alla più grande comunità di recupero dalla tossicodipendenza d'Europa: "Ho conosciuto Muccioli, interagendo con San Patrignano anche per amici che erano ospiti lì. Sanpa era per loro unica alternativa al carcere. La grande differenza è che gli ex tossici di San Patrignano, una volta usciti dalla droga, rimangono all’interno della comunità diventando terapeuti, accompagnando gli altri nel loro stesso percorso. Non escono mai da questa grande famiglia, cambiano solo ruolo".
E la cocaina? "Io l'ho provata, da stupido, perché non sapevo come spendere i miei soldi, in un’epoca in cui il mercato era particolarmente florido. Ne sono uscito semplicemente perché la cocaina soprattutto nella Milano degli anni’80 non crea amici ma compagni di merende, per cui memore di quello che mi diceva sempre mio padre: 'cerca di frequentare persone alla tua altezza', smisi. Non sopportava che qualche "compagno di merende, in una discoteca alle 3 di notte", guardandolo in tv potesse riderne: "Ruggeri è mio amico, ho pippato con lui". "La vita è una e va spesa bene con persone che meritano", è il suo commento, più che condivisibile.