Firenze, l'intelligenza artificiale scatena il caos in tribunale

Firenze, un avvocato cita sentenze della Cassazione che non esistono: sono state "inventate" dall'Intelligenza Artificiale. In aula è il delirio
giovedì 17 aprile 2025
Firenze, l'intelligenza artificiale scatena il caos in tribunale
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Un avvocato cita alcune sentenze della Cassazione che però non esistono. A contraffarle è stata l’Intelligenza Artificiale a cui il legale si era rivolto per fare le ricerche del caso. E' successo davanti al tribunale civile di Firenze in un contenzioso su una questione di marchi. L'accusa era quella di contraffazione: una ditta avrebbe utilizzato delle vignette coperte dal copyright su alcune magliette. E a citare le sentenze inesistenti è stato l’avvocato dell’azienda denunciata. Quelle a cui si è riferito in aula erano decisioni della Cassazione che avrebbero dato ragione al suo assistito. Delibere precise, con tanto di riferimento e citazioni giurisprudenziali.

Peccato però che nessuna di quelle delibere fosse reale. E a contraffarle non è certo stato il legale, ma l’Intelligenza Artificiale a cui lui si era rivolto per fare le sue ricerche. "I risultati giurisprudenziali citati nell’atto sono il frutto di una ricerca effettuata da una collaboratrice di studio su Chat Gpt – si legge nella sentenza dello scorso 14 marzo –. L’IA ha dunque generato risultati errati che possono essere qualificati con il fenomeno delle cosiddette allucinazioni di intelligenza artificiale, che si verifica quando l’IA inventa risultati inesistenti".

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"Si è verificato un caso di scuola - ha spiegato a Repubblica Eugenio Albamonte, pm della procura nazionale antimafia ed esperto di Intelligenza Artificiale applicata al diritto -. E cioè come difendersi dagli errori dell’IA, anche quando si parla di giustizia?". Non è la prima volta che succede una cosa del genere. Nel 2023, per esempio, la corte distrettuale di New York decise di condannare a una multa di 5mila dollari uno studio legale che aveva presentato delle sentenze false dopo aver usato l’IA.

Per il caso di Firenze, invece, i magistrati italiani hanno deciso di non punire ulteriormente l’avvocato che si è fidato dell’IA. Tuttavia hanno voluto mettere nero su bianco nella sentenza ciò che è successo. "In questo caso – hanno sottolineato i giudici di Firenze – lo strumento di Intelligenza Artificiale avrebbe inventato dei numeri asseritamente riferibili a sentenze della Cassazione inerenti all’aspetto soggettivo dell’acquisto di merce contraffatta ma che nulla avevano a che vedere con questo argomento".

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