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Magistratura, altro scandalo: biglietti gratis per le navi

di Simone Di Meo martedì 15 aprile 2025

3' di lettura

La “Bigliettopoli” genovese rischia di recidere gli alti papaveri della città. L’inchiesta su Tirrenia-Cin, la compagnia di navigazione della famiglia Onorato, vira, infatti, sui “vip” che hanno viaggiato gratis verso Sicilia e Sardegna grazie a speciali card elargite dalla società (che opera in regime di convenzione col ministero dei Trasporti) che consentono anche accessi liberi a bar e ristoranti. Corruzione è il reato che i pm liguri contestano a una quarantina di persone tra alti funzionari delle forze dell’ordine e dirigenti di diverse Prefetture. Nel fascicolo compaiono i nomi anche di due magistrati in servizio nel capoluogo, le cui posizioni sono state stralciate e spedite a Torino, sede competente a investigare sulle toghe della Lanterna.

Il nuovo filone è in realtà una gemmazione del procedimento principale che, appena pochi giorni fa, aveva portato al sequestro di tre traghetti della linea Genova-Olbia e alla confisca per equivalente di 64 milioni di euro, e che verte sull’ipotesi di presunte frodi in pubbliche forniture. Nel corso di alcune acquisizioni documentali, infatti, la polizia giudiziaria si è imbattuta in una lista di passeggeri «di alta caratura» che si sarebbero imbarcati senza acquistare il titolo di viaggio.

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Allo stato attuale, non sarebbero però emersi (anche perché non ancora partiti gli accertamenti) favori o «controprestazioni» che gli indagati, compresi i due magistrati, avrebbero assicurato alla Tirrenia per poter poi usufruire dei benefit. Un passaggio fondamentale dal punto di vista procedurale, considerato che i difensori degli indagati sono già pronti a dimostrare che i biglietti omaggio sarebbero solo dei gesti di «cortesia istituzionale» che, ancorché discutibili dal punto di vista etico, non comporterebbero alcun tipo di condotta illegale sia nell’offrirli sia nell’accettarli. Il fascicolo originario, invece, trae spunto dalla congettura che dirigenti dell’azienda, in combutta con funzionari delle varie capitanerie di porto, avrebbero fatto navigare i traghetti in manzanza degli specifici requisiti per le emissioni dei fumi falsificando, addirittura, le certificazioni internazionali in materia ambientale per quel che riguarda i motori delle navi.

In questo primo procedimento risultano coinvolti, tra gli altri: Gianfranco Annunziata, contrammiraglio ed ex capo ufficio addetto alla politica militare nel gabinetto del ministro della Difesa; l’ammiraglio Pier Federico Bisconti, ora in pensione ma fino a poco tempo fa vicesegretario generale della Difesa ed ex vicedirettore nazionale degli armamenti; l’ammiraglio Filippo Giovanni Maria Marini, attuale comandante della Capitaneria di porto di Venezia.

E poi gli ufficiali Enrico Lisiola, Fabio Vuolo della capitaneria di Civitavecchia; Edoardo Volo, Aldo Tragiani, Emanuele Bonafede, Pier Federico Landi e Beatrice Lavorenti. Risulta indagato anche Achille Onorato, amministratore delegato della Moby e figlio dell’armatore Vincenzo Onorato (non indagato). Per domani sono previsti gli interrogatori di altri 13 indagati di questa tranche, destinatari però di richieste di misura cautelare (due arresti domiciliari e 11 interdittive). A seguito della riforma Nordio, infatti, il giudice ha l’obbligo di interrogare i soggetti finiti nel mirino della Procura per avere un quadro più ampio e chiaro degli indizi e delle piste investigative. A loro il pm Walter Cotugno contesta 87 biglietti gratuiti o scontati per un valore di circa 20mila euro. Il «prezzo», secondo l’accusa, dei mancati controlli e di un atteggiamento più morbido nei confronti della società.

Le richieste di misure, aveva commentato il legale della compagnia Pasquale Pantano, «arrivano a valle di un’indagine avviata da più di un anno, nel corso del quale la compagnia si è rapportata agli organi inquirenti in termini di indiscutibile trasparenza e massima collaborazione». La società, inoltre, aveva aggiunto l’avvocato Pantano, «ha affrontato spese rilevantissime per assecondare tutti i dubbi e le contestazioni formulate dalla Procura, pur non condividendoli». Ora, però, col nuovo colpo di scena che coinvolge magistrati e forze dell’ordine, la Tirrenia si deve attrezzare ad attraversare mari ben più tempestosi.

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