Documenti, la Cassazione contro il governo: no a "madre" e "padre"

mercoledì 9 aprile 2025
Documenti, la Cassazione contro il governo: no a "madre" e "padre"
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Niente più "padre" e "madre" sui documenti dei figli. Ma "genitore". A dirlo è la Corte di Cassazione che, con la sentenza 9216/2025, ha respinto il ricorso del ministero dell'Interno del 31 gennaio 2019. Secondo quanto stabilito, l’indicazione corretta e conforme al principio di uguaglianza deve essere quella di "genitore", allo scopo - appunto - di riconoscere tutte le configurazioni familiari legalmente esistenti. La decisione ha dunque respinto il ricorso presentato da Matteo Salvini contro quanto stabilito dalla Corte d’Appello, la quale a sua volta aveva accolto le ragioni di due madri che avevano richiesto una modifica nella carta d’identità del proprio figlio. 

Il caso risale al 2022, quando Sonia e la sua compagna avevano vinto la loro battaglia legale contro il ministero dell’Interno. All'epoca la richiesta era stata accolta dal giudice Francesco Crisafulli. L’avvocato Vincenzo Miri, presidente della rete di avvocati per i diritti lgbtq+ Lenford, e l’avvocata Federica Tempori, socia di Rete Lenford e componente del gruppo legale di Famiglie arcobaleno, avevano denunciato il decreto perché in violazione di una decina di norme internazionali, tra cui quella che garantisce il rispetto della vita privata e familiare.

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Per il leader della Lega, però, il decreto avrebbe difeso "fondamentali e insuperabili" principi repubblicani di ordine pubblico, tra cui quello che intenderebbe "la filiazione esclusivamente quale discendenza da persone di sesso diverso". Ma per il giudice Crisafulli queste argomentazioni non avevano alcun senso, al contrario, il Viminale si sarebbe reso colpevole del reato di "falso ideologico". Infatti, nelle sue motivazioni, il giudice aveva spiegato come "un documento che indichi una delle due donne come padre contiene una rappresentazione alterata, e perciò falsa, della realtà e integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico".