Ciro Borriello assolto dopo 8 anni: tutto per un fruscio

domenica 6 aprile 2025
Ciro Borriello assolto dopo 8 anni: tutto per un fruscio
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Ciro Borriello era al suo secondo mandato di sindaco della città un tempo capitale del corallo, dopo una analoga esperienza nel 1993 con la Democrazia cristiana. Apprezzato chirurgo, era stato anche deputato col centrodestra e puntava alla rielezione a Montecitorio con il Popolo della Libertà proprio negli stessi mesi in cui maturava l’inchiesta che gli avrebbe stravolto l’esistenza. Il sindaco finisce due settimane in galera, a Poggioreale, insieme a rapinatori, spacciatori e malavitosi. Racconterà di aver perso 10 chili in quel lasso di tempo. «Non mangiavo, bevevo solo acqua e restavo sulla brandina». Il Riesame lo scarcera, ma ne dispone la detenzione ai domiciliari: altri due mesi e mezzo. Torna in libertà il 3 novembre 2017, il giorno dopo la Festività dei Defunti. Per lui, però, è una resurrezione.
Lo stesso iter dei suoi coimputati, i fratelli Massimo e Antonio Balsamo: i presunti corruttori che, nella prospettazione accusatoria, avrebbero ricoperto d’oro il primo cittadino in cambio del maxi bando.

Inizia una battaglia durissima non solo in Tribunale, ma in Consiglio comunale. La sinistra azzanna Borriello come i lupi si avventano sulle prede sanguinanti: bisogna distruggere il berlusconiano di ferro. L’attuale deputato del Pd, Arturo Scotto, spara ad alzo zero contro il centrodestra invocando il commissariamento dell’ ente e più ficcanti approfondimenti giudiziari. L’eurodeputato dem Andrea Cozzolino sentenzia: «La corruzione è un cancro», mai immaginando che sei anni dopo gli toccherà essere spazzato via dalla scena politica nazionale (e dal suo partito) proprio da un’accusa di corruzione nel Qatargate. L’ipotesi della Procura di Bruxelles, ironia della sorte, non sarà mai provata ma si rivelerà sufficiente per trasformare Cozzolino in un esodato.

Nel frattempo il procedimento prosegue e, tra colpi di scena e ricostruzioni che crollano come castelli di sabbia, si arriva alla resa dei conti. Con encomiabile onestà intellettuale, il pm di Torre Annunziata, Giuliana Moccia, chiede l’assoluzione di Borriello perché «il fatto non sussiste». E questa sarà la formula scelta dal collegio giudicante che riconoscerà la non colpevolezza del chirurgo con la passione per la politica.Da imputato, Borriello si ripresenta alle ultime elezioni per tornare a vestire la fascia tricolore. Arriva al ballottaggio sostenuto da Forza Italia e da un pezzo del centrodestra, ma non riesce a vincere. Spiega a Libero la deputata azzurra Annarita Patriarca, sua principale sponsor alle amministrative di Torre del Greco. «Abbiamo deciso di candidare Borriello perché è stato un ottimo sindaco ed è amato dai cittadini», commenta la parlamentare forzista. «Non abbiamo mai avuto alcun dubbio sulla sua innocenza, sapevamo che sarebbe stato assolto. Il processo non è una anticipazione della condanna e la politica deve avere il coraggio delle proprie scelte, senza farsi influenzare dalla giustizia». Oggi Borriello è consigliere comunale d’opposizione, ma esclude qualsiasi ritorno. «Sono deluso dalla politica e non per la mia disavventura giudiziaria», dice al nostro quotidiano. «Io sono un uomo del fare: oggi la politica significa essere abili a far finta di fare, senza costruire nulla». Aggiunge di aver sempre avuto «fiducia nella magistratura, anche se oggi voglio riconquistare solo la mia tranquillità». Pentimenti? «Non miei. I magistrati avevano, fin dall’udienza preliminare, tutti gli elementi per scagionarmi, e non l’hanno fatto».