Magistratura, il Csm si schiera con la toga anti-governo

di Giovanni M. Jacobazzimartedì 1 aprile 2025
Magistratura, il Csm si schiera con la toga anti-governo
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Funziona in questo modo: se un magistrato critica l’operato di un politico si tratta molto semplicemente di «espressione del diritto di manifestazione del pensiero», se invece è un politico o, soprattutto, un giornalista a criticare l’operato di un magistrato è diffamazione, con conseguente richiesta danni. Il Consiglio superiore della magistratura, l’organo preposto a tutelare l’autonomia e l’indipendenza delle toghe, non discostandosi da questo principio che ricorda molto da vicino quanto teorizzato a suo tempo dal marchese Onofrio del Grillo, è dunque intenzionato ad archiviare la pratica per incompatibilità ambientale che era stata aperta nei confronti di Stefano Musolino, procuratore aggiunto di Reggio Calabria.

Il magistrato, segretario nazionale di Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, era finito lo scorso anno nel mirino delle consigliere laiche del Csm Isabella Bertolini (FdI) e Claudia Eccher (Lega) per alcune sue esternazioni contro le recenti scelte in materia di contrasto alla criminalità e gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica da parte del governo. Le frasi erano state pronunciate durante un dibattito organizzato presso il centro sociale Nuvola Rossa di Villa San Giovanni, da sempre contrario alla costruzione del ponte sullo Stretto (sulla cui regolarità degli appalti sarà competente proprio la Procura dove lavora Musolino).

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«Ci piace ricordare che i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, secondo l’articolo 54 della Costituzione, con “disciplina”. E la disciplina dell’ordinamento giudiziario impone al magistrato il prerequisito della indipendenza e della imparzialità», avevano precisato Bertolini ed Eccher, sottolineando che tale prerequisito «inevitabilmente si “annacqua” nel momento in cui egli decide di prendere posizione su temi che spettano solo e soltanto alla politica».

A difesa di Musolino era scesa in campo l’Associazione nazionale magistrati, stigmatizzando l’iniziativa delle due laiche di destra, bollata come una grave “interferenza” finalizzata a silenziare il dissenso delle toghe. «La magistratura non deve entrare nella partita, il cui campo è quello di applicare la giurisdizione, senza inutili protagonismi», avevano allora replicato Bertolini ed Eccher. Il voto finale sull’archiviazione della pratica, il cui esito è scontato visti gli attuali rapporti di forza al Csm, è atteso nel Plenum di mercoledì.

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Musolino, figlio di Michele, più volte sindaco socialista di Reggio Calabria nella prima Repubblica, a capo di coalizioni che spaziavano dal Pci alla Dc, nell’ultimo periodo è diventato l’idolo della stampa progressista. Caduto in disgrazia l’ex presidente dell’Anm Piercamillo Davigo a seguito di condanna definitiva per rivelazione del segreto d’ufficio, Musolino ne ha ormai preso il posto come opinionista in materia di giustizia sui giornali e nei talk show. Il magistrato calabrese il mese scorso era stato fra i promotori dello sciopero contro la separazione delle carriere voluta dal governo di Giorgia Meloni. Riforma che, secondo le toghe di Md, metterebbe a rischio l’indipendenza dei pm. Durissime, infine, le sue prese di posizione in favore dei migranti e contro le leggi “securitarie” volute sempre dalla maggioranza di centrodestra.

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