Striano, quel fascicolo fermo in Procura: un giallo che spiega molte cose

di Brunella Bolloligiovedì 20 marzo 2025
Striano, quel fascicolo fermo in Procura: un giallo che spiega molte cose
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Che fine ha fatto il fascicolo sugli spioni? E perché del primo dossieraggio, quello ai danni del centrodestra, parliamo solo noi mentre i cosiddetti giornaloni tacciono? La risposta è semplice e passa, con tutta evidenza, dalla politica. A sinistra non ci sono state “vittime” di Striano e Laudati su cui il Domani ha potuto confezionare scoop da prima pagina: di sicuro non c’è stato nessuno che, sentendosi violato nei propri dati sensibili, è andato in procura a denunciare, come ha fatto invece il ministro Guido Crosetto. La lista completa dei dossierati non annovera infatti big del Pd né dei Cinquestelle né di Avs: si ha notizia al massimo di un consigliere regionale dem, qualche imprenditore, Fedez e bomber alla Ronaldo, su cui può avere influito più la curiosità di sapere quanto guadagnano che la reale volontà di sputtanamento. Per il resto, nell’elenco c’è mezzo governo Meloni, l’immancabile Cavaliere da sempre il più intercettato, c’è la sua compagna Marta Fascina, ci sono molti esponenti della Lega di Salvini e pure i moderati di Lupi. Chiaro dunque il target politico, al punto che perfino il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo, audito nella commissione parlamentare Antimafia, ha ammesso: «C’è quasi una convergenza di tutti gli accessi verso una determinata area politica che era quella che andava formando l’attuale maggioranza e il governo».

È stato proprio Melillo, insieme al procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, a parlare di «verminaio» degli accessi abusivi per indicare la mole di file scaricati dalle banche dati in uso allo Stato. In particolare, ad essere stato “bucato” dalla sapiente mano del finanziere esperto di Sos (Segnalazioni operazioni sospette) sarebbe stato lo Sdi, il sistema d’indagine che contiene tutte le informazioni acquisite dalle forze di polizia nel corso di attività amministrative e di prevenzione o repressione dei reati. Uno strumento utilissimo per cercare di scovare i fuorilegge e per garantire la sicurezza pubblica, ma che deve essere utilizzato nel rispetto di normative precise, mentre, secondo l’accusa, tali regole sarebbero state violate. Idem per il sistema Siva 2 (Sistema informativo valutario), che gestisce il flusso delle Sos trasmesse dall’Uif e poi alla Direzione nazionale antimafia, oltre che al Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, lo stesso del quale faceva parte l’ufficiale Striano, da poco andato in pensione, dopo una carriera da super investigatore anche in quel tempio della legalità che è la Pnaa di via Giulia e fonte privilegiata per tanti cronisti (soprattutto del Domani) che a lui potevano rivolgersi per un pezzo esclusivo.

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«Risponderò ai giudici, vedrete che succederà», si era sfogato il finanziere, difeso dall’avvocato Clemente, in un messaggino inviato al Giornale appena è scoppiato lo scandalo, «ho fatto il mio lavoro con dignità e professionalità assoluta e con i miei metodi, non quelli dei burocrati». Ecco, sui metodi, forse ci sarebbe da dire e da saperne di più, ma Striano, come Laudati, non è stato sentito dagli inquirenti perugini e chissà se ora parlerà a piazzale Clodio. Il completo incartamento dell’indagine sul “verminaio” ora giace infatti alla procura di Roma in attesa degli eventi e di un pm che prenda in mano il caso, mentre i due protagonisti di questo caso hanno cambiato vita e da pensionati, possono godersi il mare sul litorale laziale. Lontani dalle banche dati, possono osservare le altre vicende che riguardano il presunto spionaggio ai danni di politici e vip italiani: dalla Sogei alla banda Equalize di via Pattari a Milano, passando per la Squadra Fiore di Roma, scoperta da un’inchiesta di Fabrizio Gatti, direttore editoriale di Today.it, il quale ha unito i puntini e sottolineato gli elementi in contatto tra episodi che in apparenza potrebbero essere scollegati tra loro e invece non lo sono. Se non altro per il fatto che sia per la Squadra Fiore che per il presunto dossieraggio ai danni del centrodestra ora tocca ai magistrati di Roma.