
Anm avverte il governo: "Il nostro obiettivo sono le manifestazioni, andremo da Mattarella"

Quella tra toghe e governo sembra una guerra aperta. Non bastavano le sentenze sull'Albania e l'ultima, quella della Cassazione per il caso Diciotti. Ora a rincarare la dose ci pensa l'Associazione nazionale magistrati. "Il nostro principale obiettivo adesso è imbastire tutta una serie di manifestazioni, di incontri, di modalità di comunicazione per portare questo messaggio ovunque e a chiunque", dice chiaro e tondo il presidente Cesare Parodi, a margine della riunione del comitato direttivo centrale dell'associazione in corso a Roma, sulle proteste dei magistrati. "Non sarà facile, è molto difficile - precisa -, anche perché non è che siamo così ben inseriti nei canali di comunicazione. Faremo tutto il possibile per portare il nostro messaggio alle persone che magari non l'hanno capito o che magari non lo conosco nemmeno".
Non è mancato neppure il commento al risarcimento imposto dai giudici al governo: "Due giorni dopo l'incontro con un tentativo di chiarire i termini del rapporto con la politica prendiamo atto di queste nuove dichiarazioni. È singolare il fatto che arrivino su un provvedimento delle sezioni unite della Corte di Cassazione che è l'organo massimo diciamo del sistema italiano a livello di interpretazione e molto bene la presidente Cassano ha stigmatizzato con poche parole estremamente chiare il fatto che ancora una volta si trascura quello che è il principio della separazione dei poteri".
E ancora, fa eco il segretario dell'Anm Rocco Maruotti: "Il ministro Nordio ci stupisce molto perché fino all'altro ieri ci ha detto che dobbiamo attenerci al dato letterale della legge, mentre ieri ci ha detto che dobbiamo valutare quando applichiamo la legge quali sono gli effetti che questo può avere, evidentemente sulla realizzazione del programma di governo. I magistrati, per dettato costituzionale, devono applicare la legge quando necessario ovviamente interpretandola, ma non sono tenuti per statuto costituzionale a collaborare con la maggioranza di turno, non è questo che ci chiede la Costituzione".
Sempre Parodi non esclude un incontro con Sergio Mattarella. "Noi andremo entro il mese di marzo - fa sapere - al Quirinale a rendere il doveroso omaggio al presidente della Repubblica, che davvero non è un omaggio formale perché il presidente Mattarella è veramente un punto di riferimento credo per tutti i magistrati italiani, anche alla luce di sue recenti dichiarazioni sul tema dell'indipendenza, con le quali ancora una volta ha dimostrato di essere un personaggio straordinario per chiarezza, lucidità e coraggio". Insomma, "Andiamo a salutarlo molto volentieri, io non so ovviamente che cosa presidente vorrà dire in quella sede e valuteremo insieme con i colleghi del Cdc e con la Giunta quale sarà il messaggio da portare. Sarà comunque un momento importante per noi, non credo puramente formale".
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