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Chat FdI rubate, il Garante della Privacy contro il Fatto Quotidiano

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"Può violare la normativa in materia di privacy". Con questa accusa il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato un avvertimento formale alla Società Editoriale Il Fatto SPA. Al centro "l’ulteriore trattamento dei dati personali contenuti nelle chat pubblicate nel volume 'Fratelli di chat'". Il libro, scritto da Giacomo Salvini ed edito dalla società del Fatto Quotidiano, si definisce "la storia mai raccontata del partito di Giorgia Meloni attraverso le chat dei parlamentari, ministri e dirigenti di Fratelli d'Italia". 

Una storia, è però l'accusa, che "può violare la normativa in materia di privacy, le Regole deontologiche della professione giornalistica, nonché i principi generali di liceità, correttezza, minimizzazione ed essenzialità dell’informazione". Il libro contiene, infatti, la trascrizione, con virgolettati, di numerosissime chat – scambiate tra parlamentari, ministri e dirigenti di FdI - che secondo la giurisprudenza costituzionale e di legittimità, "sono equiparabili a tutti gli effetti alla corrispondenza privata, tutelata dagli artt. 15 e, in alcuni casi, 68 della Costituzione". E come tali determinano una naturale aspettativa di riservatezza.

 

 

Non solo, perché la pubblicazione eccessiva di virgolettati "potrebbe non risultare conforme al principio di essenzialità dell’informazione". A maggior ragione se si considerano le implicazioni che la diffusione delle chat potrebbe avere "rispetto alla dignità dei terzi e dei minorenni, citati all’interno delle stesse". Da qui la conclusione per cui "l’Autorità si riserva l’adozione di ogni provvedimento ritenuto opportuno, all’esito dell’istruttoria in corso, avviata a seguito delle doglianze pervenute". La risposta del Fatto? "Il Garante della Privacy ha pensato bene di inviare una sorta di minaccia al nostro giornale e, quindi, a tutta la libertà di stampa".

 

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