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La truffa del finto Crosetto? Se il fenomeno prende piede siamo rovinati
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Lo schema è antico quanto il mondo. Da una parte l’astuzia dei truffatori, dall’altra l’ingenuità delle vittime. Solo che da un po’ di anni a questa parte si è aggiunta anche la tecnologia. All’inizio il perimetro è rimasto circoscritto alle trappole on line, con i malcapitati bersagliati da finte mail per estorcere dati sensibili e clonare le identità. Roba ormai da boomer. Tutti conoscono il phishing e (quasi) nessuno apre più i link contenuti in messaggi sgrammaticati con i mittenti fasulli di banche, assicurazioni e grandi aziende. Poi è stata la volta dei ricatti sessuali e dei raggiri via social, fenomeno ancora in voga in cui le vittime vengono adescate attraverso lusinge erotiche o storie strappalacrime. L’obiettivo è sempre lo stesso: spillare soldi.
Per il salto di qualità, però, c’è voluta l’intelligenza artificiale. Nell’incredibile “truffa Crosetto”, che giorno dopo giorno assume dimensioni sempre più inquietanti, sembra infatti che in alcuni casi siano state effettuate telefonate con la viva voce del ministro della Difesa grazie all’ausilio dell’IA generativa che riesce a riprodurre l’eloquio di chiunque. «Scusi il disturbo, ma ieri ho parlato con lei?», ha detto un noto imprenditore in un successivo colloquio “reale” col ministro. E qui la cosa inizia a farsi un po’ più complicata. Per carità, attori e imitatori ci hanno abituato da tempo a scherzi ed inganni (a volte anche poco divertenti e di rilevanza istituzionale) modulando le corde vocali. Ma qui non si tratta più di una copia, bensì di una versione identica all’originale. E se ti chiama Sergio Mattarella in persona per chiedere un gesto di solidarietà non è semplice attaccargli il telefono in faccia.
Così come non è stato facile per imprenditori e aziende non di primo pelo, come Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Diego Della Valle, Patrizio Bertelli (Prada), Giorgio Armani, le famiglie Del Vecchio (Luxottica), Aleotti (Menarini), Gussalli Beretta e Caltagirone capire che quelle chiamate arrivate sia dal ministro della Difesa sia dal suo staff erano effettuate da impostori che volevano intascarsi milioni di euro chiedendo prestiti in nome della sicurezza nazionale per salvare italiani rapiri in Medio Oriente.
Qualcuno ha versato, altri si sono insospettiti. Ma la lista dei nomi eccellenti finiti nella trappola sembra ben più lunga di quella emersa finora. Negli ultimi giorni è aumentato il numero di chi si sta rivolgendo alle forze dell'ordine. E alle denunce già presentate, che finiranno sul tavolo del procuratore di Milano Marcello Viola e del pm Giovanni Tarzia che indaga sulla truffa internazionale con bonifici versati su conti esteri, ora si aggiungerà pure quella dello stesso Crosetto. Il ministro della Difesa si appresta a depositare un esposto-denuncia per sostituzione di persona e raggiro nei confronti degli ignoti truffatori che, dice, «è già pronto da venerdì».
In attesa delle indagini degli inquirenti, resta lo sgomento per l’arrivo sulla scena della truffa 2.0. Come ha spiegato ieri Crosetto, «bene lanciare l’allarme, perché questi sono professionisti che hanno sia tecnologia sia capacità di individuare i soggetti». Se la rete di malfattori è riuscita senza troppi problemi a spacciarsi per il titolare della Difesa e ad ingannare colossi dell’imprenditoria italiana, figuriamoci cosa potrà accadere se ad essere presidi mira saranno comuni cittadini. «Pronto? Sono Papa Francesco».
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