Silvia Albano, la toga contro il governo: "Questo accade nelle dittature"
Altra mancata convalida di trattenimento dei migranti in Albania. I giudici si sono pronunciati nuovamente lanciando una vera e propria sfida al governo. Ad aprire le danze, Silvia Albano, tra i primi giudici a scontrarsi con l'esecutivo. Provvedimenti, tiene comunque a precisare, "che non vengono certo adottati in odio a qualcuno". E a chi annuncia manifestazioni in piazza, la presidente di Magistratura democratica dice: "I provvedimenti si impugnano. Aizzare la popolazione contro la magistratura perché ha adottato dei provvedimenti sgraditi avrebbe conseguenze sulla tenuta stessa della democrazia temo".
Da qui il messaggio a Giorgia Meloni e ministri: "L'azione di chi governa deve svolgersi entro i limiti di legalità previsti dall'articolo 1 della Costituzione. In uno stato costituzionale di diritto la maggioranza non può avere un potere illimitato, questo accade nelle dittature". E ancora, rincarando la dose: "Stiamo veramente raggiungendo vette che pensavo inimmaginabili. Già spostare la competenza alle Corti d'Appello per le convalide del trattenimento dei richiedenti asilo, un segmento che si inserisce nei procedimenti per il riconoscimento della protezione internazionale di cui continua ad occuparsi il tribunale non aveva senso.Si vogliono tribunali speciali che invece di applicare la legge interpretino lo spirito del popolo?".
Guai dunque parlare di toghe politicizzate: "È esattamente il contrario, sarebbe politicizzata la magistratura che rispondesse ai desiderata della maggioranza di turno". Spazio poi a quanto accaduto sul caso Almasri, con il governo indagato per la liberazione del generale libico: "Il procuratore Lo Voi ha ricevuto una denuncia e come previsto dal codice di procedura penale ha valutato se si trattava effettivamente di una notizia di reato: se i fatti non erano inverosimili, corrispondevano astrattamente a ipotesi di reato ed erano ascrivibili a persone determinate. Valutata la sussistenza di una notizia di reato la legge lo obbligava a fare ciò che ha fatto. È un collegio di tre giudici (il tribunale dei ministri) non il pm che può svolgere indagini".