Meloni indagata, la denuncia di Li Gotti: "Rischia 4 anni di carcere", indaga il pm Lo Voi
Il favoreggiamento "è punito con la reclusione fino a quattro anni". Lo sottolinea l'avvocato Luigi Li Gotti nella denuncia presentata alla Procura di Roma contro la premier Giorgia Meloni per il caso Almasri. Una denuncia che ha indotto il procuratore Francesco Lo Voi a inviare un avviso di garanzia al presidente del Consiglio, al sottosegretario Alfredo Mantovano e ai ministri della Giustizia e degli Interni Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Una denuncia "nominativa", ha sottolineato lo stesso avvocato dopo il video-messaggio del presidente del Consiglio, che rende "un atto dovuto" l'iscrizione nel registro degli indagati del premier. Non era, in altre parole, una generica denuncia "contro ignoti".
In particolare, Li Gotti, come si legge nell'atto, corredato anche da un resoconto giornalistico dei fatti, ha presentato denuncia per i reati di "favoreggiamento personale" e "peculato" nei confronti "della Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro della Giustizia, del Ministro dell'Interno e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai servizi segreti, in relazione alla liberazione di Osama Almasri, catturato su mandato della Corte Penale Internazionale, con l'accusa di tortura, assassinio, violenza sessuale, minaccia, lavori forzati, lesioni in danno di un numero imprecisato di vittime detenute in centri di detenzione libiche".
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L'avvocato e politico crotonese, molto vicino a Romano Prodi e noto tra l'altro per essere stato difensore di diversi pentiti tra i quali Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo, nel documento, chiede "che vengano svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia". Li Gotti, citando i reati, ricorda che secondo il reato di favoreggiamento personale (art. 378 co.1 cod.pen.) "chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni".
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