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Giorgia Meloni, "avviso di garanzia per il caso Almasri". Il governo fa muro, sinistra con le toghe

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Nuovo assalto delle toghe al governo e al centrodestra: Giorgia Meloni è indagata a Roma. Ad annunciarlo è la stessa premier, in un video-messaggio pubblicato sui social sulle sue pagine. "Il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del diciamolo fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione al rimpatrio del cittadino libico Almasri. Avviso di garanzia inviato anche ai ministri Nordio, Piantedosi e al sottosegretario Mantovano, presumo a seguito presumo di una denuncia presentata dall'avvocato Luigi Li Gotti, ex politico di sinistra, molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi".

"Non sono ricattabile - conclude la premier -, non mi faccio intimidire ed è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l'Italia cambi e diventi migliore".

La maggioranza fa muro intorno alla premier, con Matteo Salvini che urla "vergogna vergogna vergogna" e Antonio Tajani che instilla il dubbio di una "ripicca" dei magistrati. La linea è chiara: il governo non è ricattabile e si va avanti sulla riforma della giustizia e la separazione delle carriere.

E mentre gli atti sono già stati trasmessi al Tribunale dei ministri e quasi sicuramente salteranno le informative dei ministri Nordio e Piantedosi sulla Libia previste per domani, a sinistra difendono la magistratura in punta di diritto: tecnicamente, come sottolineato anche dall'Anm, quella di Lo Voi non è un avviso di garanzia ma un "atto dovuto" dopo a denuncia di Li Gotti. Nei fatti, però, cambia poco o nulla.

 

Rileggi qui di seguito la cronaca dela giornata: 

Ore 21.03 - Bersani: "Non è un avviso di garanzia, è un atto dovuto" 
"Meloni ha pubblicato un video dove sventola un foglio dicendo che è un avviso di garanzia. Io non so cosa sia, ma in Italia la procura che riceve una denuncia verso un ministro deve, senza indagare, trasmetterla al tribunale dei ministri, che poi deciderà, e informare i diretti interessati. Se è avvenuto questo non è possibile che il capo di un governo inizi il suo dire con una tale bugia. E' un atto dovuto." cos' Pier Luigi Bersani a Otto e mezzo su La7. 

Ore 20.25 - Libia, salta l'informativa Nordio-Piantedosi su Alamsri 
Non si terrà domani, a quanto spiegano fonti di governo, l'informativa alle Camere del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e del ministro della Giustizia Carlo Nordio sul caso Almasri. La decisione, di cui sono stati informati i presidenti di Camera e Senato, è stata presa a seguito dell'avviso di garanzia da cui sono stati raggiunti i due ministri insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano.

Ore 20.23 - Barbara Berlusconi, "come mio padre a Napoli" 
"Non voglio entrare nel merito della vicenda, ma non può sfuggire la coincidenza dell'avviso di garanzia alla premier Meloni contestualmente alla discussione della riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati. Il pensiero va all'avviso di garanzia che ricevette mio padre mentre presiedeva il G7 a Napoli. Non so se si tratti, come la definiva lui, di giustizia a orologeria ma il sospetto è legittimo". Lo ha detto Barbara Berlusconi, intervistata al Tg1 sull'avviso di iscrizione per il caso Almasri consegnato alla premier Meloni, ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. 

Ore 19.59 - Crosetto: "Un atto per avvelenare il clima" 
L'avviso di garanzia alla Meloni è un atto per avvelenare il clima. Lo scrive su X il ministro della Difesa Guido Crosetto, che si dice "garantista anche con gli avversari" e "stupito che non accada da tutti". "Oltre due anni fa parlai di opposizione giudiziaria, come maggior avversario politico di questo governo. L'assurdo avviso di garanzia odierno al presidente del Consiglio, al ministro dell'Interno, al ministro della Giustizia e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a due giorni dalla incomprensibile protesta dell'Anm nelle aule giudiziarie, costituisce un ulteriore atto per cercare di avvelenare il clima politico, istituzionale e sociale. La mia totale solidarietà agli amici e colleghi". 

Ore 19.29 - Rampelli, "Lo Voi perde il pelo ma non il vizio"
"Prosegue il tentativo di eliminare per via giudiziaria il risultato elettorale del 2022. Questa volta il procuratore Lo Voi prova a fare il colpo grosso inviando un avviso di garanzia al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al sottosegretario Alfredo Mantovano, al ministro di Giustizia Carlo Nordio e al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Un avviso che sarebbe nato da una denuncia dell'avv. Luigi Ligotti: in meno di una settimana il procuratore, con una speditezza rara, trasforma la denuncia in indagine giudiziaria. E proprio all'indomani della riforma sulla separazione delle carriere". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia. "Politica giudiziaria, giustizia politica! Un attacco al cuore dell'esecutivo che ha semplicemente esercitato le prerogative previste dalla Costituzione nel rispetto delle leggi europee e nazionali", aggiunge. 

Ore 19.27 - Costa, "Lo spot più riuscito per la separazione delle carriere"
"Con agghiacciante distacco, lo spot più riuscito per la separazione delle carriere". Lo scrive su X il deputato di Forza Italia Enrico Costa, postando la notizia dell'avviso di garanzia al presidente del Consiglio Giorgia Meloni.  

Ore 19.03 - Schlein: "Meloni venga in aula domani"
"Le questioni giudiziarie non attengono al nostro lavoro, ma è sul piano politico che insistiamo dall'inizio chiedendo a Giorgia Meloni di non nascondersi dietro ai suoi ministri e venire lei domani in Aula per chiarire al Paese per quale motivo il governo ha scelto di riaccompagnare a casa un torturatore libico per il quale la Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato di arresto". Così in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein, ultima tra i leader a commentare la vicenda.

Ore 18.56 - Procaccini: "La rivoluzione dolce andrà avanti" 
"E' sconcertante l'iniziativa della magistratura sul caso Almasri, l'ennesima azione politicizzata che andrà a vuoto perché l'Italia non è ricattabile". Lo afferma l'Europarlamentare di Fratelli d'Italia Nicola Procaccini, co-presidente dei Conservatori al Parlamento Ue, commentando l'avviso di garanzia alla premier Giorgia Meloni. "Di fronte  a una Unione Europea che tutta intera sta finalmente condividendo la strategia italiana di governare il fenomeno migratorio con buon senso e fermezza, assistiamo al tentativo di invasione della responsabilità politica da parte di alcuni magistrati influenzati dai propri convincimenti ideologici. Nell'esprimere solidarietà al premier Giorgia Meloni e ai ministri coinvolti nella vicenda, resta il sollievo della certezza: che la nostra rivoluzione dolce andrà avanti senza paura".  

Ore 18.49 - Conte: "Ricetta Meloni sempre la stessa. Complottismo e vittimismo"
"La ricetta di Meloni e soci è sempre la stessa: complottismo e vittimismo, dai treni ai migranti. Non lasciatevi distrarre: lo fanno per non parlare dei loro errori e dei problemi reali dei cittadini, dei tagli sulle buste paga, delle zero-soluzioni su carovita e crisi industriale". Così Giuseppe Conte sui social. "Quanto al caso del criminale libico, una cosa è già certa: il Governo ha combinato un grave disastro politico, mettendo in fila menzogne e versioni diverse, senza spiegarci davvero perché hanno imbarcato a nostre spese e con tutti gli onori su un volo di Stato un criminale libico anziché consegnarlo alla Corte penale internazionale". "Se ora Meloni ha ricevuto un avviso di garanzia su questa vicenda - che peraltro è un atto dovuto - ne risponda serenamente, se non ha nulla da nascondere: è successo anche a me sul Covid ma nessuno di voi mi ha sentito frignare contro i magistrati, fino all'archiviazione. Meloni dimostri rispetto dei ruoli e delle istituzioni: si tolga il guscio da Calimero". "P.s - conclude l'ex premier grillino -. Meloni dice che la denuncia sarebbe partita da un politico di 'sinistra'. Ci risulta che il politico in questione abbia militato fino agli anni Novanta nello stesso partito di Meloni". 

Ore 18.28 - M5s, "con Meloni i criminali dormono sogni tranquilli"
"Mentre il ministro Tajani dichiarava che se Netanyahu dovesse venire in Italia non verrà arrestato perché la Corte penale internazionale 'non è la bocca della verità', Meloni era impegnata a liberare e rimpatriare, con un volo di Stato pagato con i soldi dei cittadini, un criminale internazionale sotto mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità, per cui le è appena arrivato un avviso di garanzia - attacca la deputata M5s Stefania Ascari intervenendo in Aula sulle mozioni Palestina -. Com'è possibile questo abominio? Che messaggio aberrante dà il governo italiano: che criminali di guerra e contro l'umanità e torturatori di esseri umani possono dormire sonni tranquilli con Meloni". 

Ore 18.26 - Gli atti trasmessi al Tribunale dei ministri 
"In relazione all'indicato procedimento gli atti sono stati inoltrati al Collegio per i reati ministeriali del Tribunale dei Ministri". Lo si legge nella comunicazione di "iscrizione nel registro delle notizie di reato", firmato dal procuratore Francesco Lo Voi, nei confronti della premier Giorgia Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano. 

Ore 18.19 - Li Gotti, "ora mi aspetto chiarezza" 
 "Adesso su questa vicenda mi aspetto chiarezza, quello che non c'è stato finora. Nel mio esposto ho ipotizzato i reati di favoreggiamento e peculato, ma ora sarà la magistratura a indagare e fare accertamenti", spiega l'avvocato Luigi Li Gotti all'agenzia Adnkronos. "L'iscrizione è un atto dovuto per legge, la Procura non ha potuto iscrivere contro ignoti perché la denuncia è nominativa, ma è un atto consequenziale, scontato".

Ore 18.10 - Li Gotti, "iscrizione atto dovuto. La mia denuncia è nominativa"
Parla l'avvocato Luigi Li Gotti, che definisce l'iscrizione nel registro degli indagati di Giorgia Meloni "un atto dovuto" in quanto "la mia denuncia è nominativa" 

Ore 18.20 - Giuli: "Stupore e tempismo sospetto" 
"Esprimo il mio più profondo stupore per l'avviso di garanzia notificato oggi al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai Ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al Sottosegretario Alfredo Mantovano. Un provvedimento che solleva molte perplessità, non soltanto per il suo tempismo, ma anche per le implicazioni che ne derivano sul piano istituzionale". Lo afferma il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli. 

Ore 18 - Ecco la denuncia di Li Gotti 
La premier Meloni è indagata a Roma per il caso Almasri insieme al sottosegretario Alfredo Mantovano e ai ministri Nordio e Piantedosi dopo la denuncia sulla vicenda presentata alla procura capitolina dall'avvocato Luigi Li Gotti. In particolare, Li Gotti, come si legge nell'atto, corredato anche da un resoconto giornalistico dei fatti, ha presentato denuncia per i reati di "favoreggiamento personale" e "peculato" nei confronti "della Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro della Giustizia, del Ministro dell'Interno e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai servizi segreti, in relazione alla liberazione di Osama Almasri, catturato su mandato della Corte Penale Internazionale, con l'accusa di tortura, assassinio, violenza sessuale, minaccia, lavori forzati, lesioni in danno di un numero imprecisato di vittime detenute in centri di detenzione libiche". L'avvocato e politico crotonese, noto tra l'altro per essere stato difensore di diversi pentiti tra i quali Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo, nel documento, chiede "che vengano svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia". 

Ore 17.58 - Lupi (Nm), "Avanti con la riforma della giustizia"
"Mi auguro con tutto il rispetto che a giustificazione del surreale avviso di garanzia a mezzo governo i magistrati che l'hanno emesso non si trincerino dietro il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale a fronte dell'esposto di un cittadino, di cui ben si conoscono le convinzioni politiche. C'è un altro obbligo che tutti abbiamo, ed è quello di mettere in moto il cervello prima di agire in base a impulsi ideologici o di scontro di potere. È una responsabilità che chiunque abbia responsabilità pubbliche ha il dovere morale di mettere in atto per non eccitare divisioni e scontri che contraddicono palesemente la retoricamente affermata ricerca del bene comune. Appare sempre più evidente a chiunque non abbia pregiudizi la necessità di una riforma della giustizia quale quella già approvata dalla camera dei deputati che prevede una separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, con i relativi Csm che ne sanciscono l'indipendenza". Lo afferma il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi. 

Ore 17.49 - Calenda, "Meloni indagata è surreale"
Su Almasri "il governo italiano ha combinato un disastro, raccontando un mare di balle agli italiani". Lo dichiara in una nota il leader di Azione, Carlo Calenda. "Dopodiché che un presidente del Consiglio venga indagato per un atto che risponde evidentemente a una 'ragione di Stato' (mai ammessa) è surreale e non accadrebbe in nessun altro paese occidentale. Si saldano cosi' due errori e si riacutizza lo scontro tra poteri dello Stato. Non un bello spettacolo", aggiunge.

Ore 17.42 - Renzi: "Ora Meloni cavalcherà l'avviso"
"Noi non attacchiamo sul piano giudiziario: noi facciamo politica. E ho l'impressione che Giorgia Meloni voglia cavalcare questo avviso di garanzia - che è un atto dovuto - per alimentare il suo naturale vittimismo. La gestione della vicenda Almasri per noi non è un crimine: è peggio, è un errore". Lo dichiara Matteo Renzi, commentando l'avviso di garanzia a Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano per la vicenda Almasri. "La scelta di rimpatriare il criminale libico è una scelta politicamente sbagliata, compiuta da Giorgia Meloni e da questo Governo. Sono stato tra i primi a definirla, in Aula, una follia. Penso che sia un errore clamoroso e marchiano sotto il profilo politico. Sul punto di vista giudiziario, invece, non mi esprimo. Non tocca a me giudicare e sono sinceramente garantista. Quindi non faremo a Giorgia Meloni quello che lei ha fatto a noi e alle nostre famiglie. Per noi la Presidente del Consiglio è innocente come chiunque è innocente fino a sentenza passata in giudicato". 

Ore 17. 39 - Gelmini: "Ennesima incursione della magistratura" 
"Surreali le accuse del Procuratore Lovoi alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai ministri Nordio e Piantedosi, e al sottosegretario Mantovano per la vicenda Almasri. L'ennesima incursione della magistratura nella politica, utile solo per qualche titolo di giornale". Lo scrive su X Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati-Centro Popolare. 

Ore 17.34  - Salvini, "vergogna vergogna vergogna!"
"Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri, avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Vergogna, vergogna, vergogna - scrive il leader della Lega Matteo Salvini sui social -. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra. Riforma della Giustizia, subito!".

Ore 17.33 - Tajani, "Scelte che suonano come una ripicca" 
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso la sua solidarieta' alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e ai colleghi di governo indagati per il caso Almasri. "Sono dalla parte di Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, di Carlo Nordio e di Alfredo Mantovano", ha scritto sul social media X. "Difendo la separazione dei poteri e condanno scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia", ha aggiunto. 

Ore 17.29 - "Richiesta d'arresto non trasmessa al Ministero della Giustizia"
"La richiesta di arresto della Procura della Corte penale internazionale non è stata trasmessa al ministero italiano della Giustizia, come invece previsto dalla legge e per questo la Corte d'Appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida - spiega ancora -. A questo punto, questo soggetto libero sul territorio italiano, piuttosto che lasciarlo libero, noi decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza con un volo apposito come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per la quale la Procura di Roma oggi indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri".  

Ore 17.24 - "Da Cpi curiosamente il mandato d'arresto quando Almasri era in Italia"
"Ora i fatti sono abbastanza noti: - riepiloga Meloni - la Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli, curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che per 12 giorni aveva serenamente soggiornato in altri tre Stati europei". 

Ore 17.19 - Non sono ricattabile e non mi faccio intimidire"
"Io penso che valga oggi quello che valeva ieri, non sono ricattabile non mi faccio intimidire è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l'Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura", conclude Meloni.

Ore 17.17 - Meloni, "avviso di garanzia per favoreggiamento e peculato"
"Il procuratore della a Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Al Masri". Lo afferma in un video su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Avviso di garanzia - prosegue Meloni - che è stato inviato anche ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano, presumo a seguito di una denuncia che è stata presentata dall'avvocato Luigi Li Gotti, ex politico di sinistra, molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi".

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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