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Antonio Di Pietro smonta la protesta delle toghe: "Costituzione alla mano, non è vero"

Antonio Di Pietro

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Alla vigilia - ieri, sabato 25 gennaio - lo show delle toghe in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario: le aule disertate quando parlavano esponenti di governo, la Costituzione sventolata, il tutto per protestare contro la separazione delle carriere, riforma del governo Meloni. Una scelta, ha ricordato il premier, del popolo: "Ci hanno votato", ha ricordato Meloni. E la separazione delle carriere era nel programma.

Ecco, il punto è che contro la protesta delle toghe (rosse), si schiera anche Antonio Di Pietro, il volto di Mani Pulite. "Costituzione alla mano, la separazione delle carriere non mina l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Non capisco questa idea di bloccare la riforma prima che il popolo si esprima con il referendum. Non è questa una forzatura costituzionale?", picchia durissimo in un'intervista a Il Tempo.

E ancora: "I magistrati che protestano ragionano esclusivamente da magistrati, ma dovrebbero mettersi nei panni anche degli altri soggetti processuali, perché quando si entra in un'aula di giustizia, tutto dipende dalla giacchetta che hai addosso per sentirsi sereno. L'articolo 104 dice: la magistratura è autonoma e indipendente. Questa riforma sta cambiando questo articolo? No. Il refrain è che la separazione mina l'indipendenza del pubblico ministero. Ma non è vero", ripete Di Pietro.

 

Quando gli chiedono di spiegarsi meglio, aggiunge: "Se la riforma non cambia quell'articolo, allora dove sarebbe il pericolo di essere assoggettati alla politica? L'unico modo è che il pm sia così sciocco da mettersi sotto il cappello del politico di turno. E questo lo può fare pure adesso, non ha bisogno della separazione se vuole vendere l'anima al diavolo. A mio avviso, ha più potere un pm che un politico", conclude Antonio Di Pietro. Definitivo.

 

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