Giorgia Meloni contro le toghe: "Pare sempre una specie di apocalisse..."
Il mondo della giustizia in protesta. Nella giornata di sabato 25 gennaio, in tutta Italia, le toghe hanno inscenato una contestazione contro il governo e la riforma che li riguarda. Alle varie cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario, non appena hanno preso la parola dei rappresentati del governo, i magistrati hanno deciso di lasciare l'aula stringendo tra le mani una copia della Costituzione. Nulla di vietato, "le proteste - ricorda Giorgia Meloni - sono sempre legittime". L'unica cosa? "A me può rammaricare questo atteggiamento dell'Anm per cui qualsiasi tentativo di riforma materia di giustizia viene letta come una specie di apocalisse, una fine del mondo che bisogna rifiutare senza se e senza ma".
A Gedda per salire a bordo dell'Amerigo Vespucci, il premier commenta quanto andato in scena nelle aule dei tribunali: "Penso che non giovi neanche ai magistrati, perché anche tra le posizioni più distanti, quando poi ci si siede a un tavolo e ci si confronta, dei punti di contatto si trovano". A maggior ragione, è l'affondo, se si considera che "l'articolo 49 della Costituzione dice che i cittadini hanno il diritto di associarsi in partiti politici per concorrere in metodo democratico alla determinazione della politica nazionale. Questo significa che i cittadini si organizzano in partiti politici, votano, decidono quali devono essere le scelte della politica. Stiamo facendo qualcosa di perfettamente adeguato alla Costituzione che non dice che la giustizia non si può riformare". Insomma, l'esecutivo si limita a fare quello per cui è stato votato.
Un fatto a cui il Pd non è avvezzo. Tanto che sulle proteste i dem prendono le difese dei magistrati: "La riforma della giustizia del governo Meloni è un attacco senza precedenti all’autonomia della magistratura - lo definisce Dario Nardella -. Esprimo solidarietà e vicinanza a tutti i magistrati del distretto toscano che hanno manifestato il loro dissenso con dignità e coraggio abbandonando l'aula durante il saluto del rappresentante del ministero di Giustizia".