Carlo Nordio smonta le toghe che lo contestano: "Come posso umiliarvi?"
"Come potrei volervi umiliare?". Basterebbe questa domanda, pronunciata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio a quei magistrati che gli avevano appena sventolato la Costituzione in faccia per poi uscire dalla sala a Napoli, nella tradizionale inaugurazione dell'anno giudiziario, a smontare a monte le proteste delle toghe. Proteste generalizzate andate in scena con la stessa modalità in tutti i 26 distretti delle Corti d'Appello, da Milano e Torino a Bologna, Firenze e Roma.
"Tutte le opinioni sono benvenute, tutte le manifestazioni di dissenso, e ringrazio tutti per una manifestazione estremamente composta, sono il sale della democrazia - ha premesso il ministro prendendo la parola - ma che si possa pensare che un ministro da 30 anni in magistratura e a tre anni alla guida dell'inchiesta sulle Brigate Rosse, che un ex magistrato possa avere come obiettivo l'umiliazione della magistratura alla quale è appartenuto, lo trovo particolarmente improprio".
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La protesta delle toghe, al tempo stesso silenziosa ma rumorosissima, è stata organizzata per dire no alla separazione delle carriere e a una riforma costituzionale che a loro dire indebolirebbe l'ordine giudiziario. I magistrati, tutti con la coccarda tricolore, hanno lasciato le aule quando hanno preso la parola i rappresentanti del governo, come deliberato dal Comitato direttivo dell'Anm.
A Napoli l'aula di Castel Capuano si è svuotata mentre parlava il ministro Nordio, con le toghe che tenevano tra le mani un pieghevole della Costituzione. A Roma lo stesso trattamento è toccato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. "E' legittimo non condividere nulla - le sue parole -, ma perché rifiutare anche solo di parlarne? Perché uscire dai canoni della dialettica per entrare in quelli dell'alternativa 'o tu o io'?".
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A Milano è riecheggiato il vecchio slogan di Francesco Saverio Borrelli e "Resistere, resistere, resistere" evocato dal consigliere togato del Csm, Dario Scaletta. In aula c'era anche Gherardo Colombo, ex del pool di Mani Pulite. "Nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare le decisioni prese dal Parlamento", ha commentato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, lasciando il Tribunale di Milano. Il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, intervistato da Omnibus su La7, aveva ribadito invece che nella protesta "di eversivo non c'è nulla" perché "partecipare nel modo più forte possibile al dibattito sulla riforma è un dovere civico".
A Venezia, dove era presente anche il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, le toghe hanno lasciato l'aula quando ha preso la parola il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari: "Prendo atto della manifestazione cui ho assistito, ma non per questo viene meno il mio rispetto verso la magistratura", ha commentato con fair play. A Torino c'è stato un presidio dei magistrati che hanno adornato l'ingresso del Palazzo di Giustizia con citazioni di Piero Calamandrei. A Cagliari la presidente della Corte d'appello, Gemma Cucca, ha rimarcato il principio dell'indipendenza della magistratura mentre ad ascoltarla in prima fila c'era la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, a cui il magistrato ha contestato gravi irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali.