Magistrati contro il governo, abbandonano le aule in tutta Italia: si scatena il caos
Da Roma a Napoli, da Milano a Bari, ma anche a Firenze, Trieste, Brescia, Bologna, Torino: in tutta Italia le toghe hanno inscenato una protesta contro il governo e la riforma della Giustizia. Alle varie cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario, non appena hanno preso la parola dei rappresentati del governo, i magistrati hanno deciso di lasciare l'aula stringendo tra le mani una copia della Costituzione. A Roma, per esempio, i giudici sono andati via dall'aula Europa, nella Corte d'Appello, quando ha iniziato a parlare Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Tra l'altro, prima ancora dell'intervento di Mantovano, in aula erano stati esposti dei cartelli con su scritta una celebre frase di Piero Calamandrei: "Se volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne, nelle carceri, nei campi, dovunque è morto un italiano per riscattare la nostra libertà, perché è lì che è nata questa nostra Costituzione".
Una situazione simile è avvenuta a Napoli, durante la cerimonia nel Salone dei Busti di Castel Capuano, dove invece ha preso la parola il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Quando il Guardasigilli ha iniziato il suo intervento, i magistrati si sono alzati in massa e hanno abbandonato l'aula. Tra di loro, magistrati in carica ma anche tanti magistrati in pensione. Il motivo è sempre lo stesso: la protesta contro la riforma della separazione delle carriere e altre riforme della giustizia. Nello sfilare via dall'aula, anche a Napoli come a Roma, i magistrati stringevano tre le mani la Costituzione. Nessuna reazione da parte di Nordio, che è andato avanti col suo discorso in rappresentanza del governo.
A Milano, i magistrati sono usciti fuori dall'aula quando ha preso la parola il rappresentante del Governo alla cerimonia, Monica Sarti, capo dell'ispettorato generale del ministero della Giustizia. A Bari, invece, non c'è stata solo la "fuga" dall'aula. Il segretario di AreaDg, Giovanni Zaccaro, ha consegnato dei dadi al vice ministro della Giustizia Sisto dicendo: "Visto che vi affidate al sorteggio, ho comprato un regalo per il ministro: così giochiamo ai dadi la giustizia italiana". A Torino, sempre alzando la Costituzione e il cartello con la frase di Pietro Calamandrei, i magistrati hanno lasciato l'aula magna del Palazzo di Giustizia quando è stato annunciato l'intervento della rappresentante del ministero della Giustizia, Maria Teresa Gandini. Uguale a Bologna, dove nella Caserma Legione dei carabinieri, al momento dell'intervento del rappresentante del ministero, il professor Davide Galli, direttore generale dell'unità di missione per l'attuazione degli interventi del Pnrr, i magistrati, indossando la toga e la coccarda tricolore e tenendo la Costituzione in mano, hanno abbandonato l'aula, rientrando immediatamente al termine dell'intervento, per poter partecipare al resto della cerimonia.
Insorge il centrodestra. “Avviso ai magistrati che hanno deciso di lasciare l’aula mentre prendeva la parola il rappresentante del governo: l’Aventino non ha mai portato bene - ha dichiarato la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli -. Ricordo che l’Aventino fu deciso di fronte alla limitazione delle libertà del Parlamento, mentre oggi si manifesta proprio contro l’autonomia di legiferare di un Parlamento libero ed eletto democraticamente. E non solo è oltremodo offensivo, ma anche una ribellione di una parte seppure minoritaria della magistratura, cioè di un potere dello Stato contro lo Stato stesso. Abbandonare l’aula, in un momento così solenne come l’inaugurazione dell’anno giudiziario, è l’evidente dimostrazione dei pregiudizi, del rifiuto e della fuga da ogni forma di dialogo, con la pretesa di condizionare l’opinione pubblica". Secondo lei, si è trattato di "una messa in scena che mai avremmo voluto vedere, al punto più basso toccato dalla magistratura, che ha ubbidito agli ordini del decalogo imposto e distribuito dall’Anm. E queste sarebbero autonomia e indipendenza…”.
Indignato anche il senatore di Fratelli d'Italia Sergio Rastrelli, segretario della commissione Giustizia di palazzo Madama: "Nei confronti del ministro Nordio è stata inscenata a Napoli una protesta gratuita e decisamente sgradevole, che più che a tutela dell'equilibrio costituzionale, sembra in difesa di interessi corporativi, se non anche di assetti di potere - ha affermato in una nota -. Noi vogliamo una riforma che separi la magistratura requirente da quella giudicante perché è l'unico mezzo per ottenere un giudice forte, autorevole e indipendente. Noi difendiamo una riforma che non ha nulla di punitivo, ma che intende garantire a tutti i cittadini un sistema penale moderno e funzionale, rispettoso delle garanzie di libertà sancite nella nostra Costituzione". Il senatore di FdI e vicepresidente della commissione giustizia Sandro Sisler, invece, ha definito l'abbandono dell'aula da parte dei magistrati "un atto formalmente grave e sostanzialmente inutile".