Separazione delle carriere, via libera alla Camera. Nordio sfida l'Anm: "Cosa mi aspetto che facciano"
L'Aula della Camera ha approvato a maggioranza costituzionale in prima lettura la riforma della Costituzione che introduce la separazione della carriere nella magistratura. La riforma ha ottenuto 174 voti favorevoli, 92 contrari, 5 astenuti. Azione e Più Europa hanno votato a favore della riforma, Italia viva si è astenuta. Passa ora al Senato per il secondo voto della prima lettura. A cui poi, trascorsi almeno tre mesi, dovrà seguire il secondo e definitivo voto di Montecitorio e palazzo Madama.
"Una delle tante riforme promesse dal governo è avviata. Sono soddisfatto, è una pagina storica", commenta in Transatlantica a caldo Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, annunciando poi un percorso-lampo anche in Senato: "Cercheremo di farla correre velocemente. Credo che il percorso sarà abbastanza rapido e confido che potremo chiuderla abbastanza velocemente. Ho sentito dire dalle opposizioni durante il dibattito che sono 50 anni che se ne parla. Ne hanno parlato per 50 anni, noi lo abbiamo fatto. Ma non voglio fare polemiche, l'importante è che abbiamo iniziato".
La soddisfazione maggiore è ovviamente quella di Forza Italia ("Si realizza il sogno di Silvio Berlusconi", è il commento ricorrente) e del ministro della Giustizia Carlo Nordio: "E' un grande successo del nostro governo e della mia storia personale. Una maggioranza schiacciante, e un percorso che ancora è ovviamente complesso, perché così vuole la Costituzione. L'esito finale spetterà al popolo con il referendum, sia per una ragion pura, perché non vi saranno i due terzi sia per una ragione pratica: per una materia così complessa, delicata, e anche di grande sensibilità politica, è bene che si pronunci il popolo". Nei prossimi mesi, la maggioranza sarà chiamata a rispondere alle critiche non solo delle opposizioni ma soprattutto delle toghe, con l'Associazione nazionale magistrati già sul piede di guerra.
"L'Anm potrebbe fare battaglia per il referendum? L'Anm è un sindacato, come tutti gli altri, rispettabilissimo. Personalmente con i suoi componenti, a cominciare dal presidente Santalucia, ho dei buoni rapporti. Tutti hanno il diritto e il dovere di esprimere le proprie opinioni anche se dissenzienti", evita la polemica Nordio. "Quello che io auspico - dice ancora - è che ci sia un'argomentazione razionale dei pro e dei contro, che venga spiegata in termini speciali, non polemici e tanto meno con processi alle intenzioni come si è fatto dicendo che una riforma prima o dopo sottoporrà il pm all'esecutivo, cosa che è esclusa dal merito. Io auspico che ci sia un dibattito aperto, leale, corretto, ma soprattutto razionale, non mi piacciono le argomentazioni per slogan, le insinuazioni apolitiche che prescindono da quello che è il testo della proposta normativa, questo ho sentito dire io in aula e mi ha sconcertato, perché ci sono sicuramente delle ragioni che possono militare contro la separazione delle carriere, e altrettante no. Come dice Shakespeare nel Giulio Cesare 'una buona ragione deve cedere a una ragione migliore'", e quindi "le ragioni che possono militare a favore dell'unità delle carriere sono sopravanzate delle ragioni migliori che invece di fronte a un processo accusatorio militano a favore della separazione". "L'Anm quando parla di cultura della giurisdizione dimentica che c'è l'avvocatura, che è la terza gamba. L'avvocatura in questo dibattito è stata estranea, ed è un sacrilegio che la cultura della giurisdizione debba essere regalata a pm e giudici", aggiunge.
"Non sarà contento solo Berlusconi ma anche Giuliano Vassalli" e poi "è il sogno mio da trent'anni", puntualizza ancora il ministro, respingendo l'accusa più pesante e velenosa: "Come si fa a dire che la separazione delle carriere è un vulnus alla democrazia quando nei paesi dove la democrazia è nata le carriere sono separate. La Gran Bretagna, gli Stati Uniti d'America, i paesi di common law: hanno tutti le carriere separate".
Di governo che "vuole sotto controllo pm e indagini" parlano nel Movimento 5 Stelle. "Meloni ha gettato la maschera e svelato il reale disegno che sta dietro la separazione delle carriere: indebolire i pubblici ministeri sottraendo loro il coordinamento e la direzione delle indagini e consegnandoli alla polizia giudiziaria, cioè ai ministeri e quindi al governo", sono le parole in aula della deputata grillina Valentina D'Orso, capogruppo in commissione Giustizia. "Lo ha fatto in modo esplicito bocciando il mio odg che lo impegnava ad astenersi da qualsiasi iniziativa, legislativa e non, volta a indebolire o compromettere il principio della dipendenza funzionale della polizia giudiziaria dal pubblico ministero e il divieto di interferenza degli altri poteri nella conduzione delle indagini. Quantomeno adesso lo sappiamo e i cittadini potranno prenderne atto, le rassicurazioni e le smentite del ministro Nordio sono lettera morta se poi il suo governo boccia questo ordine del giorno".
"Noi non siamo ostili sulla giustizia, sulla separazione delle carriere abbiamo dato un'apertura di credito, sperando che il testo possa cambiare in Senato", è la posizione di Matteo Renzi. Che però punge: "Davvero il Carlo Nordio commentatore apprezzerebbe il Carlo Nordio ministro?".