Maurizio Gasparri contro le toghe: "Le facce dei violenti sempre in tv, il problema è la magistratura"
Contro i violenti di piazza, contro gli antagonisti il cui unico obiettivo è attaccare le forze dell'ordine e mettere a ferro e fuoco le città, Guido Crosetto ha proposto di introdurre delle sanzioni economiche, da aggiungere a quanto già previsto dal codice penale. Un'idea per cercare di limitare un fenomeno che sta tornando in modo preoccupante, alimentato degli strali di Maurizio Landini e da chi grida a un "fascismo" inesistente. Inoltre, a dicembre sono previsti altri 15 scioperi con annesse manifestazioni: il timore è che sia un mese di fuoco e di scontri.
Su quanto sostenuto dal ministro della Difesa, ecco intervenire anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, che inquadra il problema sotto un altro punto di vista. "Il mio amico Crosetto giustamente chiede sanzioni contro i violenti che stanno attaccando in maniera vergognosa carabinieri e poliziotti nelle strade di Torino e non solo - premette Gasparri -. Ma io non credo che servano sanzioni più gravi perché di norme ce ne sono tante. Comunque se se ne propongono altre ben vengano. Stiamo lavorando, ad esempio, a un disegno di legge sulla sicurezza in Senato", ricorda.
"Ma il problema - riprende affondando il colpo - è la magistratura, vediamo in televisione tutte le sere le facce di questi giovani di centri sociali prevalentemente a Torino, in particolare, di Askatasuna, che seminano violenze per le strade. Che feriscono poliziotti e carabinieri. Ma la magistratura non fa nulla. Dove sta l'obbligatorietà dell'azione penale?", picchia durissimo Gasparri.
E ancora: "Poi ci facciamo delle domande. Abbiamo visto Landini fare da relatore al congresso di Magistratura Democratica. Poi vediamo Landini inneggiare alla rivolta. Poi vediamo dei giovani che aggrediscono la polizia e i carabinieri. E allora ci chiediamo: ma due più due fa quattro? Perché la magistratura che fa i congressi con Landini non interviene in maniera severa e drastica contro questi seminatori di violenza? Hanno ragione i poliziotti e i carabinieri che protestano. Non devono essere costretti anche loro a scendere nelle piazze per chiedere giustizia severa contro chi li aggredisce".
Gasparri dunque ribadisce il concetto: "Il problema di questo Paese si chiama magistratura. Non esercitano in maniera adeguata e tempestiva l'azione penale contro i violenti. Perché? La magistratura non va riformata, va rifondata. Dallo scandalo del Csm di Luca Palamara ai giorni nostri, nessuno in quel mondo ha fatto una severa e adeguata autocritica. Ho visto solo Nicola Gratteri, in queste ore, parlare in televisione di quel passato della magistratura con toni severi. Ma gli altri sguazzano dentro una situazione che probabilmente non è cambiata. Per stroncare la violenza ci vorrebbe una magistratura non inerte", conclude Maurizio Gasparri, rilanciando il duello con la magistratura.