Gasparri su Silvia Albano: "Ho presentato un'interrogazione, era a conoscenza di un verbale non depositato"
Qualcosa non torna a Maurizio Gasparri. E riguarda il comportamento dei giudici, da giorni impegnati in una battaglia contro il governo. A far rizzare le orecchie al senatore di Forza Italia, alcune parole pronunciate da Silvia Albano durante un evento di Magistratura democratica. Qui la toga sembra aver anticipato una sentenza che sarebbe uscita il giorno dopo. "La sezione immigrazione del Tribunale di Roma si è già riunita e c’è un verbale, ci sono delle questioni giuridiche importanti da affrontare e non sono posizioni dei singoli magistrati", ha detto Albano in merito al mancato trattenimento dei migranti nei centri italiani in Albania.
"Ieri avevo denunciato il fatto che la magistrata Albano, in occasione del comizio organizzato a Roma da Magistratura Democratica, aveva dato l'impressione di conoscere una sentenza che è stata emessa oggi da un giudice monocratico sul rientro dall'Albania di due immigrati destinati al centro gestito dall'Italia in quel Paese - ha spiegato Gasparri -. Mi era sembrato singolare che la Albano, che non è titolare di questo procedimento, sapesse che era già stato depositato un verbale su questa sentenza e che desse l'impressione di conoscerne il contenuto".
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Ecco allora che il senatore ha deciso di prendere provvedimenti: "Ho presentato un'interrogazione al ministro Nordio per chiedere, ancora una volta, una ispezione, (vedo che se ne dispongono troppo poche), per capire come stanno le cose". Ma non solo, ha proseguito, "come funzionino i meccanismi decisionali di alcuni tribunali- Quali siano le competenze e la riservatezza di alcuni organi, visto che le notizie sembrano circolare anche a beneficio di persone che non dovrebbero sapere quando vengono depositati dei verbali e, soprattutto, cosa contengano. Siamo di fronte non solo a uso politico della giustizia reiterato, con un'invadenza nelle competenze dell'esecutivo e del legislativo senza pari da parte delle toghe, ma siamo anche di fronte a episodi che richiedono una verifica sotto il profilo della competenza e della trasparenza". Insomma, ha concluso, "in certi ambienti giudiziari italiani si ha l'impressione che stiamo messi peggio della Corea del Nord. Confermo questa impressione. I Paesi pericolosi non sono quelli dove rimandiamo gli immigrati clandestini, il Paese pericoloso è l'Italia finché ci sono magistrati di questo tipo all'opera".