Silvia Albano, la giudice dello stop ai centri in Albania messa sotto vigilanza
Il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica riunito in prefettura a Roma ha disposto la “vigilanza generica” per il giudice Silvia Albano. La decisione è stata presa dopo che il magistrato della sezione immigrazione di Roma ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte per il diniego del trattenimento dei migranti soccorsi dalla nave della Marina militare Libra nei centri in Albania. In particolare, si tratta di una vigilanza generica radiocollegata che prevede passaggi di pattuglie sia nel luogo di lavoro sia presso l’abitazione del giudice. Ma anche la premier è stata oggetto di minacce di morte. Lo ha ricordato ieri la senatrice di Noi Moderati, Michaela Biancofiore. «Sono inquietanti e allarmanti le notizie relative alle minacce di morte mosse da scafisti e gruppi criminali libici nei confronti di Meloni» ha detto Biancofiore.
Sulla vicenda Albano è intervenuto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che ha attaccato il governo. «Il fatto che sia stata disposta la vigilanza perla giudice Albano denota il brutto clima che si respira» ha dichiarato il parlamentare. «I continui attacchi del governo alla magistratura quando non emette sentenze gradite a Palazzo Chigi dimostrano come ci sia una strategia ben precisa per aprire uno scontro istituzionale tra poteri dello Stato» ha concluso Magi.
Intanto infuria la polemica sulla decisione del Tribunale di Bologna di rinviare alla Corte di Giustizia Ue il decreto, recentemente approvato dal governo, sui Paesi sicuri, che elenca 19 Stati verso i quali è possibile effettuare i rimpatri. «Quello che auspico è che si torni a un clima di rispetto del ruolo costituzionale della giurisdizione e che cessino questi ripetuti ingiustificati attacchi, anche personali, ai magistrati che la esercitano» ha dichiarato il segretario generale dell’Anm, Salvatore Casciaro, riferendosi alla ripresa dei trasferimenti dei migranti in Albania. A intervenire sul tema è stato anche il presidente delle Camere Penali italiane, Francesco Petrelli.
«Il tribunale di Bologna» ha dichiarato «si è mosso con particolare prudenza collocando le sue richieste all’interno di corretti parametri normativi e giurisprudenziali sovranazionali e nazionali. Impossibile cogliere in quella scelta, ricordiamolo, di interlocuzione pregiudiziale con la Corte di Giustizia, un attacco alla politica». Intanto gli sbarchi proseguono. Secondo gli ultimi dati del Viminale, sulle coste italiane sono arrivati oltre 300 persone negli ultimi dieci giorni, mentre il contatore segna 5.600 sbarchi nel mese di ottobre.