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Patarnello, Giuliano Amato: "Da magistrato mi asterrei da un giudizio del genere sul premier"

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"Sarà che sono un po’ bigotto, ma se fossi magistrato mi asterrei dall’esprimere un giudizio del genere sul primo ministro del mio Paese": Giuliano Amato, ex premier ed ex presidente della Corte Costituzionale, lo ha detto a margine del suo intervento al Circolo dei Lettori di Torino, dove ha presentato il suo ultimo libro pubblicato con la giornalista Donatella Stasio, “Storie di diritti e di democrazia. La Corte Costituzionale nella società”. Il riferimento è a Marco Patarnello, sostituto procuratore generale della Cassazione, e alla sua mail anti-Meloni in cui scriveva che la premier è "pericolosa". 

Amato, a colloquio con il vice direttore de La Stampa Federico Monga, ha precisato che non si tratta di "privazione della libertà di pensare quello che si vuole, sia chiaro, ma le chat e le email sono destinate a un pubblico. Eviterei di farlo".  Per lui, inoltre, "ci sono ragionamenti che è meglio esprimere con parole ragionate". Spazio, poi, al caso Albania e al dibattito in Europa sui Paesi da considerare "sicuri". "In questa faccenda - ha detto Amato - esprimo lo stupore del cittadino che trova l’Egitto tra i Paesi sicuri. Perché desumo che chi ha scritto quelle leggi ritenga che Regeni sia stato vittima di un incidente automobilistico, evidentemente. C’è un po’ di schizofrenia".

 

 

 

Invece, su Francesco Spano, ex capo di gabinetto del ministero della Cultura che si è dimesso a 10 giorni dalla nomina, Amato ha detto: "Non ha più 18 anni. Sarebbe stato meglio non farlo. Se sei segretario generale di un’organizzazione e hai appena sposato una persona sarebbe bene che non le confermassi la consulenza dell’associazione di cui tu stesso sei segretario generale. Questo è sufficiente a provocare una reazione contraria. E magari lo è ancora di più se sei omosessuale".

 

 

 

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