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Silvia Albano, Magistratura Indipendente non firma la richiesta di tutela: schiaffo alle toghe rosse

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Il giudice Silvia Albano che ha firmato il provvedimento per far tornare i migranti detenuti in Albania nel nostro Paese continua a far discutere. Soprattutto per le dichiarazioni anti-governative che hanno preceduto quell'ordinanza.

E ora è Magistratura Indipendente a stigmatizzare l'inerzia del Csm proprio su questi fronte che sta agitando e non poco la politica di casa nostra con uno scontro pesante tra l'esecutivo e le toghe: "Esprimiamo solidarietà ai colleghi del tribunale di Roma. Siamo certi che hanno, in coscienza, applicato il diritto con professionalità e indipendenza. Rappresentiamo però che la richiesta di pratica a tutela, così come formulata da altri consiglieri, non può essere sottoscritta", fa sapere la corrente dei magistrati di Magistratura Indipendente in una nota sottoscritta dai sette consiglieri togati del Csm in merito alla mancata adesione al documento sottoscritto dai togati delle correnti di Area, Magistratura democratica e Unicost e gli indipendenti Fontana e Mirenda, i quali chiedono l'apertura di una pratica a tutela dell'indipendenza e dell'autonomia dei magistrati, a seguito delle recenti ordinanze dei giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma sui migranti nel centro di permanenza per il rimpatrio in Albania.

"Nella richiesta - sottolineano i togati di Mi - manca la necessaria presa d'atto della inopportunità delle dichiarazioni pubbliche in precedenza rilasciate da un componente della sezione immigrazione, firmatario dei provvedimenti, con le quali era già stata più volte manifestata una precisa e netta posizione di contrarietà alla normativa da applicare", spiegano riferendosi alle dichiarazioni rilasciate in passato dall'esponente di Magistratura democratica, Silvia Albano, la quale aveva criticato il piano del governo dei cpr in Albania. "Ciò chiarito - conclude la nota di Mi - ribadiamo che le critiche su provvedimenti giudiziari sono legittime, ma devono essere ispirate a criteri di continenza ed ancorate alla motivazione giuridica ivi espressa". 

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