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Magistratura, l'email-choc: "Meloni è pericolosa, bisogna porre rimedio"

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L'ultima mossa della magistratura contro il governo Meloni è stata fermare i centri di trattenimento per migranti in Albania, il tutto con una sentenza del tribunale di Roma. Circostanza che ha ulteriormente alzato il livello dello scontro tra toghe ed esecutivo. E il sospetto è che ci sia un disegno per colpire il governo. Non sarebbe certo una novità, i giudici che fanno politica.

Ed in questo contesto ecco spuntare una email inquietante, di cui dà conto il Tempo, email scritta da Marco Patranello, sostituto procuratore della Cassazione nonché esponente di rilievo di Magistratura democratica, la corrente di riferimento della sinistra e del Pd in particolare.

I contenuti della missiva sono clamorosi: "Bisogna porre rimedio", si legge. E il "rimedio" andrebbe posto all'impopolarità della magistratura. Ma anche all'azione del governo Meloni. La email è stata inoltrata poco dopo le 18.30 di sabato 19 ottobre, l'oggetto recitava: "Non convalida trattenimento migranti in Albania".

Dunque, nella email si leggeva: "Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte".

 

Secondo quanto scritto, la non-ricattabilità del premier "rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto". Insomma, Meloni va colpita perché ha una visione differente. E sarebbe ancor più pericolosa perché "pulita", non attaccabile, non ricattabile. Contenuti sconvolgenti, quello dello scambio di email, e che fanno riflettere sui dossieraggi che da due anni colpiscono il premier ed esponenti del governo in generale.

Nella mail, poi, riflessioni sugli anni Novanta, in confronto ai quali oggi "la magistratura è molto più divisa" ed è "isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura". Insomma, una presa d'atto circa l'impopolarità della magistratura. Presa d'atto su cui parte della magistratura dovrebbe riflettere.

Poi l'appello all'unità: "Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Senza timidezze". E ancora: "Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri (venerdì, ndr) ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura. Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì", conclude la email. Parole destinate a sollevare un polverone. E il sospetto che ci sia un disegno per colpire il governo si fa sempre più drammaticamente concreto.

 

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