Open Arms, Giulia Bongiorno contro Camps: il video che lo dimostra, il processo è politico
"Abbiamo un video, girato alla fine di questa vicenda. Risale al 20 agosto". Giulia Bongiorno, avvocato di Matteo Salvini, nella sua arringa difensiva al processo Open Arms in corso di svolgimento questa mattina nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, punta il dito direttamente contro Oscar Camps, il fondatore della ong spagnola anche lui presente in aula. E rivolgendosi alla corte, sembra presentare la "prova provata", la pistola fumante: quello contro il leader della Lega è un "processo politico".
I fatti sono ormai notissimi: nell'agosto del 2019 Salvini, allora vicepremier e ministro degli Interni nel governo gialloverde guidato dal premier Giuseppe Conte, impedisce per 19 giorni lo sbarco sulle coste italiane a 147 migranti che la Open Arms ha soccorso in due distinte operazioni nel Mediterraneo. Per questo motivo, oggi, Salvini rischia 6 anni di carcere, imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.
"Abbiamo un video, risale al 20 agosto 2019": Giulia Bongiorno, la prova regina contro Open Arms
La Bongiorno ribadisce come Open Arms abbia "per innumerevoli volte" rifiutato di fare sbarcare i migranti in porti italiani, pur essendo evidente a tutti che il suo porto di riferimento era inSpagna. "Ha scelto di bighellonare anziché andare nel suo Stato di bandiera". Quindi ricorda quanto accaduto il 20 agosto, a bordo della stessa Open Arms.
"C’è una esplosione di gioia e c’è qualcuno che commenta. 'Voi cosa vi immaginate? Beh, saranno felici della libertà' visto che nel processo Matteo Salvini è addirittura accusato di sequestro di persona". "No - sottolinea ancora il legale - chi commenta non era felice per questo, sono felici perché Salvini è caduto. Il 20 agosto Open è felice non perché si sbarca ma perché è caduto Salvini! Chi fa questo commento? L’odierna parte civile Oscar Camps", conclude la Bongiorno rileggendo le dichiarazioni di Camps, in spagnolo.
"In piazza come cittadino libero". Open Arms, clamoroso a Palermo: chi spunta per sostenere Salvini