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Eni-Nigeria, il magistrato anti-Cav condannato a 8 mesi: quali prove ha nascosto

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Il processo contro i vertici dell’Eni venne condizionato dalle scelte dei pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro che, volontariamente, omisero di depositare prove a favore degli imputati, ad iniziare dall’amministratore delegato Claudio Descalzi e del suo predecessore Paolo Scaroni. Lo ha deciso ieri il tribunale di Brescia, presidente Roberto Spanò, che ha condannato i due magistrati ad otto mesi di prigione, pena sospesa, per omissione d’atti d’ufficio. Una condanna tutto sommato non eccessiva vista la gravità della loro condotta. È sufficiente ricordare che De Pasquale e Spadaro avevano chiesto per Descalzi, poi assolto con formula piena, ben otto annidi carcere. Quello che doveva essere il più grande processo per corruzione internazionale mai celebrato in Italia si è dunque rivelato un boomerang per le toghe milanesi. (...)

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